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Abuso di alcol: danni al cervello e fegato, rischio tumori

Abuso di alcol: danni al cervello e fegato, rischio tumori

Abuso di alcol: danni al cervello e fegato, rischio tumori

Per avvicinarci al problema dell’abuso di alcol è importante chiedersi: “Quanto alcol riesce a metabolizzare normalmente il nostro corpo?” e “Che cosa si intende per consumo eccessivo?”:

“Normalmente il fegato può metabolizzare circa 6 grammi di alcol in un’ora. In un bicchiere di vino (125 ml a 12 gradi) ce ne sono 12, lo stesso in 300 ml di birra a 4,5% o in un bicchiere di superalcolico a 40%, ma da 40 ml. Sono sempre 12 grammi. Per metabolizzare quel bicchiere l’organismo impiega dalle due alle tre ore. In funzione di tante variabili: prima di tutto se si è maschi o si è femmine. Per me l’eccesso è superare la soglia epatica, cioè la capacità che ha il nostro organismo di distruggere l’alcol. Quindi, la quantità eccedente quei 6 grammi all’ora, circola immodificata nell’organismo e determina la cosiddetta alcolemia (presenza di alcol nel sangue).”

Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio e Presidente della Società italiana di Alcologia, spiega che per fissare dei limiti sono diversi i fattori da considerare: prima di tutto le differenze tra uomo e donna nell’assimilare l’alcol, ma anche l’età, il peso e l’essere o meno a stomaco vuoto. Gli uomini non dovrebbero superare i due bicchieri al giorno (due unità), mentre le donne non dovrebbero consumare più di un bicchiere (12 grammi). Lo stesso vale per gli anziani, perché in tarda età, si perde l’alcol idrogenasi, l’enzima che distrugge l’alcol nel nostro corpo. Nei giovani, in cui il sistema non è ancora maturato, anche piccole quantità sono dannose e possono provocare intossicazione alcolica e coma etilico. Per questo non dovrebbero assumere alcol fino ai 18 anni di età.

 

TRA HEAVY DRINKERS E ALCOL DIPENDENTI – A questo punto, è necessario tracciare una linea di confine tra Heavy Drinkers, o bevitori pesanti, e Alcol dipendenti. I primi consumano più di 3 bicchieri di bevanda alcolica (4o g) se femmine, più di 5 bicchieri (60 g) se maschi. Pur non essendo alcolisti, gli Heavy Drinkers sono considerati dei consumatori a rischio che comunque potrebbero avere già subito danni gravi.

L’alcol dipendenza, invece, è una malattia. Gli alcol dipendenti, circa un milione in Italia, sono quegli individui che rispondono a certe caratteristiche: hanno avuto un incidente a causa dell’alcol ingerito, si sentono colpevoli di aver bevuto ma non riescono a controllare il loro bere, hanno un forte desiderio di consumare alcol, sono aggressivi in famiglia. Oppure hanno i sintomi dell’astinenza come sudorazione, nausea o insonnia quando smettono di bere per un periodo. E continuano ad assumere alcol solo per evitare questi fastidi. In ogni caso, è necessario rivolgersi ad un medico per ricevere una valutazione clinica.

 

COSA RISCHIA L’ORGANISMO – Al di là dalla “categoria” a cui si appartiene, sono tante le patologie alcol correlate che colpiscono indistintamente uomini e donne, anziani e ragazzi. Si va dai disturbi neurologici alle patologie epatiche, cardiovascolari e gastrointestinali, fino alle neoplasie maligne cioè ai tumori. Da non sottovalutare i disturbi affettivi e d’ansia. Senza dimenticare che l’abuso di alcol compromette le relazioni sociali sia in famiglia che sul lavoro.

GIOVANI E DANNI AL CERVELLO – Tra i danni provocati dall’alcol, che si possono riscontrare soprattutto nei ragazzi, troviamo quelli cerebrali. L’alcol, infatti, è un solvente ed è in grado di sciogliere i grassi. I grassi più nobili si trovano all’interno delle membrane cellulari e nel caso degli adolescenti quelle più ricche sono a livello celebrale.

“L’alcol circola nel sangue, raggiunge il cervello che è in evoluzione e si porta via i lipidi di membrana determinando la morte cellulare di neuroni. Quando un ragazzo beve per ubriacarsi consuma alcol in eccesso rispetto alla capacità dell’organismo. […] Quindi si perdono delle richissime capacità intellettuali che sono connesse a una struttura che si chiama Ippocampo, la nostra centralina che permette l’orientamento viso spaziale e di memoria. Si perde la memoria e la capacità di orientarsi, questo in una proporzione di circa il 10-20%.”

Racconta il dott. Scafato. Oltre ad intaccare le facoltà mentali, l’alcol interferisce sullo sviluppo e sulla maturazione cerebrale. Se dai 5 ai 16 anni, nel periodo dell’adolescenza, prevale un comportamento emotivo (si è quindi impulsivi e aggressivi, o timidi e introversi), nella fase successiva dello sviluppo si diventa razionali attraverso un processo di “rimodellamento” del cervello, chiamato “pruning”. “Quando l’alcol viene bevuto in adolescenza impedisce questo rimodellamento. La persona rimane cristallizzata ad una fase di ragionamento o di comportamento di tipo emotivo”. 

Queste conseguenze non derivano solo da un consumo prolungato nel tempo, bastano due o tre mesi perché ci sia una perdita di cellule, come è stato riscontrato nei giovani che fanno “Binge Drinking” (abbuffata alcolica) per un breve periodo.

DANNI AL FEGATO – L’organo “bersaglio” dell’alcol per eccellenza è il fegato. Esagerando si può soffrire di “fegato grasso” o steatosi epatica. In seguito possono subentrare altri segni di sofferenza epatica fino alla necrosi, o morte delle cellule. Dopo la necrosi c’è la cirrosi epatica. “Stiamo parlando di un’esposizione persistente a quantità eccedenti. Superare quel numero di bicchieri moderati, espone ad un maggior rischio. Maggiore è il consumo, maggiore è il danno e maggiore è il rischio”, precisa Scafato.  I numeri parlano di una percentuale più alta di casi di cerrosi epatica tra i maschi (56%), rispetto al 24%  nella popolazione femminile.

RISCHIO TUMORI – Si può attribuire all’alcol il 20% di tutti i decessi per neoplasie maligne (tumori) nei maschi e il 6,9%  nelle femmine. Tra gli uomini, sul totale dei decessi alcol correlati, un terzo è costituito dai decessi per cancro.

“Lo IARC, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro, ha detto e ha scritto di non superare mai un bicchiere di bevande alcoliche per le donne, ha detto che le bevande alcoliche sono cancerogene per l’uomo. È una relazione lineare. Mentre per gli incidenti stradali il rischio è immediato, per il cancro ci vuole un po’ di tempo. Però, alla fine, se una persona si trova in persistenza di un comportamento abituale che prevede il consumo di bevande al di sopra delle linee guida, c’è la probabilità maggiore che si sviluppi un cancro – commenta Scafato – Per una ragazza, superare un bicchiere fa aumentare del 5% il rischio di sviluppare un cancro alla mammella e se i bicchieri diventano due, o più di due, il rischio sale al 25%.”

USO CRONICO DI BEVANDE E USO ACUTO – Mentre l’uso cronico di sostanze alcoliche provoca nel lungo periodo danni al fegato, al cervello e neoplasie maligne. Nei casi di incidente stradale mortale per il conducente si parla di “uso acuto“. Infatti, un decesso su tre nei maschi e uno su 5 nelle femmine è riconducibile alla guida in stato di ebbrezza del conducente. E il fenomeno coinvolge soprattutto i giovani che si mettono alla guida con troppo alcol in circolazione nel sangue, perdendo la visuale laterale e i riflessi. Anche in questo caso, come per le neoplasie, le percentuali negli uomini sono più alte.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.reporternuovo.it/2014/04/15/abuso-di-alcol-danni-al-cervello-e-fegato-rischio-tumori/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)