Abuso di alcol tra i giovanissimi: allarme dei medici di famiglia
Abuso di alcol, i medici di famiglia: «Nei nostri studi sempre più giovanissimi. Ogni sabato a decine rischiano il coma etilico».
NAPOLI – «Alcol e giovanissimi è ormai una vera emergenza sociale alla quale dobbiamo essere in grado di rispondere.
Napoli in particolare soffre dei problemi delle grandi metropoli, ma con l’aggravante di una grande presenza di aree dove la deprivazione sociale è altissima».
Luigi Sparano e Corrado Calamaro, medici di medicina generale della FIMMG Napoli, commentano il problema dell’abuso di sostanze alcoliche, e non solo, da parte di ragazzi molto giovani.
Spesso al di sotto dei 16 anni di età. «Sempre più spesso – continuano i due – le mamme e i papà ci chiedono aiuto, per indagare più a fondo in presenza di comportamenti anomali.
Purtroppo le preoccupazioni di questi genitori sono fondate, quasi sempre dagli esami del sangue e delle urine emerge una realtà drammatica, anche al di là delle aspettative».
Ai medici di medicina generale spetta infatti, sempre più spesso, il compito di sostenere le famiglie e di aiutarle rispetto ad un fenomeno ormai dilagante.
Sparano e Calamaro sottolineano come il problema, che emerge puntualmente in tutta la sua drammaticità in occasione del capodanno, non sia per nulla sporadico.
«Ogni fine settimana i pronto soccorso cittadini si riempiono di giovanissimi sul filo del coma etilico, rischiando persino di non cavarsela.
Questi ragazzi ce li ritroviamo spesso nei nostri studi, accompagnati dai genitori».
L’identikit del giovanissimo che abusa di alcol e sostanze stupefacenti è spesso quello di un adolescente insospettabile.
E colpisce che in relazione all’alcol i comportamenti più rischiosi siano spesso quelli delle ragazzine. «I giovanissimi non si rendono conto – proseguono Calamaro e Sparano – dei rischi anche a lungo termine ai quali si espongono.
Fortunatamente, anche grazie alla grande attenzione mediatica, i genitori stanno sempre più prendendo coscienza del problema e non tendono a giustificare i figli parlando di semplici bravate».
(...omissis...)(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)