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Alcol e guida: considerazioni del dr. Pancheri

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Marica Viganò
Prima precisazione: chi è ubriaco non se ne rende conto. Seconda precisazione: è più pericoloso guidare dopo un paio di birre, piuttosto che mettersi al volante dopo una «balla». Può sembrare un paradosso, ma la spiegazione arriva dal dottor Roberto Pancheri , responsabile del Servizio alcologia dell'Azienda sanitaria provinciale. «In dodici anni di lavoro al pronto soccorso, non ho mai visto un automobilista visibilmente ubriaco coinvolto in un incidente mortale. Il motivo è semplice: chi beve così tanto non è in grado di sparare la macchina a forte velocità. Magari andrà a zig zag, magari finisce nel fosso, ma un alcolista non riesce a correre in auto. Invece, gli incidenti gravi avvengono a gradi di alcolemia bassi. È la persona euforica che porta la macchina ai 120 all'ora in curva, ai 150 sulla retta e fa sorpassi azzardati».
Dottor Pancheri, ma qual è la soglia fra l'aver bevuto un po' troppo e l'essere ubriaco?
La tipica frase che si sente dire da un ubriaco è: «Non sono ubriaco». Ma non lo dice sapendo di mentire: il punto è che l'alcol toglie la sensazione della situazione soggettiva. L'alcol è un depressore del sistema nervoso centrale, deprime la sensazione di autocritica e dunque non dà il senso dell'ubriachezza. Al livello di 1.3 grammi per litro siamo al limite fra l'ubriachezza e la non ubriachezza dal punto di vista clinico. Questo però non c'entra con la capacità di guida.
Una persona può essere in grado di guidare anche se ha bevuto?
II limite di alcol previsto dal codice della strada è di 0.50 grammi per litro: il punto è che a 0.50 e a 0.60 non si è ubriachi ma non si è neppure in grado di guidare in condizioni di sicurezza. Già a 0.20 inizia un rallentamento dei riflessi.
Quali sono le conseguenze di una guida «allegra»?
L'alcol altera il senso delle distanze soprattutto di notte e comporta una diminuzione del campo visivo. Quando noi guidiamo in condizioni normali, vediamo anche lateralmente; con un tasso alcolemico anche basso si arriva ad una visione «a tunnel», ad una visione «con il paraocchi». È pericoloso perché non si vedono le cose laterali, quelle alte, come i cartelli degli stop e le auto che provengono da destra e da sinistra. Il limite di 0.50 secondo lei è addirittura troppo alto?
Diciamo che il limite di 0.50 è un limite di legge e non un limite di sicurezza: è un compromesso con gli interessi commerciali, ma è ancora un po' alto per la sicurezza assoluta nella guida. In tanti Paesi, ad esempio nella vicina Croazia, il limite è di 0.
Anche da noi il futuro sarà verso lo zero?
C'è una commissione europea al lavoro per arrivare ad un limite che sia lo stesso per tutti gli stati membri. Lo zero è controproducente per i cosiddetti falsi positivi. Ad esempio diventerebbe positivo chi ha mangiato la macedonia con il maraschino, chi ha assunto uno sciroppo per la tosse. Il limite a zero creerebbe una reazione negativa nell'opinione pubblica, mentre se la soglia verrà fissata a 0.20 grammi per litro, come probabilmente sarà, si eviterebbe una levata di scudi.
Capita, durante una cena fra amici, di bere un bicchiere in compagnia. C'è un limite oggettivo di alcol che si può assumere senza il rischio di perdere la patente?
Non esistono limiti oggettivi e le tabelle del Ministero della Salute sono indicative. Il mio consiglio è semplice: per non trovarsi senza patente basta non bere. È una questione culturale, dobbiamo imparare questa lezione: se guido non bevo, se bevo non guido.