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Alcol e minorenni: connubio sempre più stretto

Alcol e minorenni: connubio sempre più stretto

In coma etilico già a 12 anni. In ospedale più spesso le ragazze, rispetto ai coetanei maschi

Secondo l’ultima relazione al Parlamento del ministero della Salute, concernente i dati del 2018, dei 38 mila individui arrivati al Pronto soccorso per intossicazione da alcol ben il 17% ha meno di 14 anni

 

Il connubio tra minorenni e alcol è sempre più stretto. Non che quando si è più grandi il problema sia da meno, ma lasciano piuttosto stupiti i numeri che ci mostrano impietosamente come i più giovani abbiamo un rapporto viscerale con le bevande alcoliche. È una piaga sociale che colpisce tutto il Paese, da Nord a Sud senza differenze. L’unica, forse, riguarda le ragazze: più esposte al rischio di finire su un letto di ospedale per tasso alcolemico elevato, rispetto ai loro coetanei maschi. 

Dalle pagine del Corriere della Sera si legge come secondo l’ultima relazione al  Parlamento del ministero della Salute, concernente i dati del 2018, dei 38 mila individui arrivati al Pronto soccorso per intossicazione da alcol ben il 17% ha meno di 14 anni.

E che fra i 15 e i 17 sono in crescita i casi di «binge drinking», l’abbuffata alcolica finalizzata a ubriacarsi. Finiscono in ospedale più spesso le ragazze dei ragazzi perché gli enzimi del fegato femminile hanno meno capacità di metabolizzare l’alcol. E comunque la non-metabolizzazione comporta rischi elevati (anche a fronte di piccole quantità di alcol) almeno fino a 21 anni, perché fino a quell’età (su un fisico non ancora formato) l’alcol non assorbito circola così com’è e causa intossicazioni. Interagisce con i neuroni e ne pregiudica il funzionamento, per esempio, con possibile perdita di memoria e orientamento.

L’alcol, come tutte le dipendenze d’altronde, può essere visto come il desiderio di voler evadere dalla realtà. Spesso, da situazioni familiari complicate. Una verità che viene ribadita anche dal direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di Sanità, Emanuele Scafato, il quale aggiunge come l’alcol abbia anche un valore disinibente nelle relazioni di gruppo rendendo le persone più propense all’instaurazione della relazioni. Ovviamente, non vi è nulla di positivo se per interagire bisogna non essere lucidi. “Più si è giovani nell’avvicinarsi all’alcol”, continua il direttore Scafato, “più si rischia di sviluppare dipendenza”.

(...omissis...)
 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)