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Alcol e salute: 8 domande frequenti e le risposte dell'OMS

Alcol e salute: 8 domande frequenti e le risposte dell'OMS

ALCOL E SALUTE: 8 DOMANDE FREQUENTI E LE RISPOSTE DELL'OSM

Le polemiche sulla tossicità dell’alcol e sulle diciture da riportare sulle etichette del vino (e delle altre bevande alcoliche) hanno riportato l’attenzione su un problema serio, che però in Italia viene spesso sottovalutato dall’opinione pubblica sempre abbastanza benevola verso uno dei prodotti che rientra nello stile alimentare del nostro Paese. La verità scientifica sulla tossicità dell’alcol però non può essere messa in discussione, per cui va ribadito che nessuna quantità è sicura per la salute. Nonostante questa certezza, c’è scarsa consapevolezza sull’impatto negativo del consumo di alcol sulla salute e sulla sicurezza. Vi proponiamo una serie di domande e risposte contenute nel dossier dell’Oms “Reporting about alcohol: a guide for journalists” che chiariscono alcune convinzioni errate sui presunti benefici dell’alcol assunto in quantità moderata e sugli effetti tossici.

Esiste un consumo di alcol ‘salutare’?
Dalla revisione sistematica della letteratura, non risulta alcuna evidenza a sostegno dell’esistenza di un consumo salutare di alcol. Non ci sono effetti protettivi sulla salute, neanche a piccole dosi.

Ma che dire delle notizie secondo cui un bicchiere di vino rosso al giorno fa bene al cuore?
Il messaggio ampiamente pubblicizzato secondo cui bere un bicchiere di vino rosso ogni giorno sia uno dei modi per proteggersi dalle patologie cardiovascolari non è corretto. Come sottolineato dalla federazione mondiale dei cardiologi, è un concetto privo di evidenza scientifica che serve solo a distogliere l’attenzione dai danni alcol-correlati.

Perché le linee guida nazionali sono diverse dai livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità?
Molti Paesi hanno adottato linee guida a basso rischio, raccomandando di solito non più di 10 bevande alcoliche standard a settimana. L’Oms non pone limiti particolari perché le prove dimostrano che la situazione ideale per la salute è non bere alcol. Qualsiasi consumo è associato a un rischio, come quelli di dipendenza, di cancro al seno (esiste una relazione lineare nelle donne) o di incidenti, prima causa di morte tra i giovani in tutto il mondo. Sebbene l’adesione alle linee guida nazionali possa mantenere bassi i livelli di rischio individuale, dal punto di vista della salute pubblica il rischio si registra a ogni livello di consumo anche se moderato. Questo dato supporta l’indicazione di prevenzione universale che non esistono quantità che non comportano rischi.

Se consumare alcol fa così male, perché tutti lo consumano?
Più della metà della popolazione adulta nel mondo non beve alcolici. Questo concetto viene detto poco mentre i media spesso lasciano intendere che nella vita consumare alcol sia inevitabile. L’alcol è una sostanza psicoattiva, la cui assunzione provoca un piacere che può essere un fattore rilevante in presenza di una scarsa capacità di controllo da parte di un’area del cervello che si sviluppa tra i 12 e i 25 anni. Quest’area cerebrale (la corteccia pre-frontale), giunge a maturazione solo intorno ai 25 anni svolgendo le azioni di logica, valutazione del rischio e controllo superiore proprie della capacità cognitiva dell’individuo maturo.

Il consumo di alcol è positivo per l’economia?
Poiché il consumo di alcol può sostenere l’occupazione e generare entrate fiscali, alcuni ritengono che influisca positivamente sull’economia. Bisogna però ricordare che i danni causati dall’alcol riducono la produttività dei lavoratori e aumentano i costi dell’assistenza sanitaria, della giustizia penale e dei servizi sociali per cui alla fine l’effetto è un prodotto interno lordo (Pil) inferiore. L’ultima analisi economica condotta dall’Oms stima che ogni dollaro in più investito per persona all’anno in interventi efficaci sull’alcol produrrà un ritorno economico di 9,13 dollari entro il 2030. La riduzione dei danni causati dall’alcol contribuisce direttamente e indirettamente allo sviluppo economico, con la creazione di domanda e posti di lavoro in altri settori.

L’alcol non è sicuro se si beve ‘responsabilmente’?
In tutta la popolazione, qualsiasi livello di consumo di alcol, indipendentemente dalla quantità, è associato a un maggior rischio di perdita di vita sana. Il concetto del ‘bere responsabilmente’, promosso dall’industria, dai produttori e dai venditori, non veicola mai il messaggio di smettere di berlo. Non è un messaggio idoneo per gli adolescenti e i giovani sino ai 25 anni per via delle loro capacità cognitive, emotive e razionali. Lo slogan ‘bere responsabilmente’ dà l’impressione errata che l’industria dell’alcol sia parte della soluzione ai danni causati dall’alcol, piuttosto che una causa del problema. Il tono moralistico implicito in questo messaggio, ignora i rischi insiti nel consumo, facendo credere erroneamente che i danni riguardino una minoranza di soggetti che non sono in grado di  controllarne l’assunzione.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://ilfattoalimentare.it/alcol-salute-domande-risposte-oms.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)