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Alcol: le soglie di rischio sono da rivedere

Alcol: le soglie di rischio sono da rivedere

Le soglie di rischio sono da rivedere

Una recente pubblicazione su The Lancet, frutto della collaborazione di un gruppo di ricerca internazionale, ha ragionato sulle soglie del consumo di alcol a rischio per la salute. L’analisi è stata condotta aggregando i dati di 3 grandi studi di coorte prospettici – l’Emerging Risk Factors Collaboration (Erfc), l’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (Epic) e la UK Biobank Alcohol Study Group – relativi a quasi 600 mila bevitori di 19 Paesi a reddito alto. L’obiettivo dei ricercatori è stato quello di individuare la soglia di consumo di alcol (determinata su base settimanale) associata al minor rischio di mortalità per tutte le cause e di morbidità cardiovascolare, di stimare il rischio per un consumo di 100 grammi (12,5 unità alcoliche a settimana) e di determinare la relazione dose-risposta tra consumo di alcol e rischio. Dopo correzione per i fattori di confondimento, è emersa un’associazione positiva e dose-dipendente tra consumo di alcol e mortalità. Inoltre è risultato che la soglia di rischio di mortalità si colloca a livelli inferiori di quelli considerate sicuri. In particolare, già il consumo settimanale di 100 grammi – ben sotto la soglia raccomandata in molti Paesi, Italia compresa e in linea con la soglia recentemente abbassata nel Regno Unito – comporta, rispetto al non consumo, un aumento significativo del rischio di ictus (hazard ratio 1,14), di malattia coronarica, infarto acuto del miocardio escluso (hazard ratio 1,06), di scompenso cardiaco (hazard ratio 1,09), di ipertensione arteriosa con esito fatale (hazard ratio 1,24) e di aneurisma con esito fatale (hazard ratio 1,15). Solo per l’infarto del miocardio non fatale è stato individuato un modesto effetto di riduzione del rischio (hazard ratio 0,94), di difficile interpretazione alla luce dei dati complessivi. Questi risultati si traducono, in termini di riduzione dell’attesa di vita a partire dai 40 anni, in 6 mesi in meno per chi consuma mediamente 100-200 grammi di alcol a settimana, 1-2 anni in meno per chi si colloca entro consumi medi di 200-350 grammi a settimana, 4-5 anni per chi supera i 350 grammi a settimana. Portano inoltre a concludere che non esiste una soglia sotto la quale il rischio del consumo alcol-correlato si annulla e suggeriscono la necessità di rivedere i limiti di consumo alcolico raccomandati dalle linee guida. Leggi il lavoro “Risk thresholds for alcohol consumption: combined analysis of individual-participant data for 599 912 current drinkers in 83 prospective studies” pubblicato su The Lancet (2018;391:1455-548) (pdf 4,3 Mb) e consulta le pagine di EpiCentro dedicate all’Alcohol Prevention Day (Apd 2018).

http://www.epicentro.iss.it/alcol/aggiornamenti.asp

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)