338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Allarme in Piemonte: oltre 65 mila minorenni a rischio, l'alcol colpisce più della droga

Allarme in Piemonte: oltre 65 mila minorenni a rischio, l’alcol colpisce più della droga

In nessuna regione d'Ita­lia l'alcolismo giovanile ha un'incidenza drammatica come quella piemontese. Stando ai dati elaborati dal­la Società italiana di alcologia e diffusi durante il suo ultimo convegno di Point Saint Martin, il 34 per cento dei maschi piemontesi tra gli 11 e i 18 anni rientra nella categoria dei consumatori a rischio, mentre le femmine che hanno avuto un'esperienza adolescenziale con la bottiglia sono il 13 per cento. Proporzioni che se calate sui circa 275mila ragazzi piemontesi danno la reale, drammatica, dimensione dell'emergenza: a bere prima della maggiore età sono in 67mila, 50mila ragazzi e circa 17mila ragazze.
A preoccupare gli esperti è in particolare la progressiva diffusione in Piemonte del cosiddetto " binge drinking", un approccio compulsivo che tenta di ottene­re lo stesso effetto intossi­cante della droga - e in par­ticolare della cocaina -as­sumendo una smodata quantità di alcol in un tem­po estremamente ristretto, in particolare in occasione di feste o serate con gli amici. «Una dinamica che ha preso piede negli Stati Uni­ti dei primi anni novanta ­puntualizza il professor Sa­rino Aricò, gastroenterolo dell'ospedale Mauriziano e docente all'università di Milano Bicocca - e che ora si sta allargando a macchia d'olio in tutta Europa. Per combattere la timidezza e migliorare la propria socia­lizzazione, nei weekend i giovani tendono a consu­mare una grande quantità di bevande alcoliche, spin­gendosi addirittura in gare di resistenza tra un bar e l'altro con i propri amici. L'effetto finale è molto simile a quello provo­cato dall'a s­sunzione di so­stanze stupefa­centi.Tanto che un recente studio ha di­mostrato che il " binge drin­king" può pro­vocare, tra i 30 e i 40 anni, danni cerebrali irreversibili». Un killer silenzioso, quello nascosto sul fondo di un bicchiere. Un killer che ini­zia a uccidere già dall'ado­lescenza, arrivando a com­promettere in maniera irre­versibile lo sviluppo fisico e psichico dell'individuo. «In particolare - aggiunge il professor Aricò - gli effetti dell'alcol si manifestano at­traverso processi di accre­scimento fisico particolar­mente impetuosi, collegati però all'immaturità dei principali meccanismi en­zimatici necessari al meta­bolismo epatico».
E a impressionare sono an­che le statistiche che de­scrivono i gusti dei bambini con il vizio del bere. Con­trariamente a quanto si pen­sa, gli aperitivi a bassa gra­dazione maga­ri aromatizzati alla frutta in­contrano il fa­vore del 29,4 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni. Per raggiunge­re lo sballo, la prima scelta resta così quel­la del vino (nel 54,4 per cento dei casi), se­guito dalla birra (44,9 per cento), gli amari (27,1 per cento) e i liquori (23,2%). «Scelte dettate anche e so­prattutto dagli esempi tra­smessi dai mezzi di comu­nicazione - conclude Aricò -, ragione per la quale di­venta sempre più necessa­rio programmare un'effica­cia compagna di prevenzio­ne rivolta principalmente agli adolescenti».
Paolo Varetto