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News di Alcologia

Arezzo: spunti di riflessione sul consumo di alcolici

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Episodi di ubriachezza e calo degli affari per i bar. La difesa: "Solo attività marginale".

CORRIERE DI AREZZO 14 gennaio 2010

Confesercenti contesta l'abuso nella vendita, la replica: "Parliamone".
"Lancio la proposta di aprire un confronto con le categorie economiche, le istituzioni e tutti i soggetti interessati, relativamente ai controlli all'esterno dei phone center, non solo sulla vendita di alcolici", così Julio Regalado, titolare di uno dei maggiori phone center in città, rilancia, dopo le critiche avanzate dal direttore di Confesercenti Mario Checcaglini, sulla mancanza di controlli intorno a questo tipo di esercizi, e l'abuso nella vendita di alcolici, soprattutto a soggetti già alterati, data anche la presenza dei frigo "self-service" all'interno degli esercizi. Phone center che ad Arezzo forniscono in prevalenza, servizi fondamentali per molti immigrati, oltre che per la telefonia, anche per l'invio delle rimesse a casa. E chi fra i diversi gestori vende alcolici, lo fa soltanto in virtù della licenza per il commercio di prodotti alimentari, con l'obbligo di venderli solo da asporto e quindi non di somministrali all'interno del locale. A scatenare la polemica, era stato il fatto di cronaca avvenuto di recente, sotto la galleria di piazza Guido Monaco, e le diverse lamentele degli esercenti sotto la galleria. Episodio su cui dal phone center sotto la galleria, dichiarano senza mezzi termini di non entrarci proprio nulla. Posizione condivisa anche dallo stesso Regalado. "Ammettiamo che si vietasse la vendita di alcolici nei phone center - spiega - Cosa vieterebbe a chi volesse abusarne di comprarli anche in un supermercato o in qualsiasi altro bar? E' tutto un problema di educazione e controlli. Anche perché certi episodi finiscono per danneggiare noi quanto gli altri esercenti". Phone center che in larghissima parte, avevano già sottoscritto un accordo col Comune soprattutto per gli orari di chiusura, fissati in inverno alle 22 e d'estate alle 23., ma non solo. "Oltretutto - conclude Regalado - per i phone center, la vendita di alcolici è del tutto marginale. Io personalmente ne vendo pochissimi. E di sicuro i clienti, che dopo il lavoro vengono qui, non lo fanno per ubriacarsi. La mia sensazione è che le critiche avanzate dai gestori dei bar, siano motivate soprattutto da un problema di concorrenza". Un‘ idea totalmente diversa, invece di sicuro ce l'ha il titolare del bar Greedy sotto la galleria di piazza Guido Monaco, Marco Zelli. "Chiunque somministra bevande alcoliche ad un cliente in stato di ubriachezza, secondo la legge, è punito con pena pecuniaria da 516 a 2582 euro o gli arresti domiciliari da 15 a 45 giorni, o in alternativa i lavori di pubblica utilità. Bene io mi devo attenere, a questo tipo di normativa, mentre qui sotto, si sono ripetuti un sacco di episodi di ubriachezza molesta, al di là dell'ultimo episodio di cronaca. La soluzione, a mio avviso, sarebbe togliere ai phone center, la licenza per vendere alcolici. Non è problema di concorrenza, ma di regole uguali per tutti", conclude Zelli