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Arezzo: vigili in borghese nei bar come tentativo di prevenzione

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"Ora basta". Lo sceriffo di giunta, Beppe Marconi, giura che lui non ha la stella spuntata, neppure su San Michele. E allora linea dura senza paura, anche se, ammette il vicesindaco, che è insieme ministro dell'interno e delle finanze di Fanfani, tolleranza zero è una formula più facile da pronunciare che non da mettere in pratica.
Gli ostacoli sono milleuno: la difficoltà di prendere i baristi in flagrante mentre servono, come denunciano i residenti, l'alcool ai minori, la quasi impossibilità di cogliere sul fatto gli spacciatori, pronti a darsela a gambe appena intravvedono una pattuglia di lontano nella casbah di viuzze alle spalle del Corso, gli ostacoli posti persino dalle famiglie, che spesso più che collaborare con gli agenti che gli riportano a casa i figli ubriachi, preferiscono difendere i loro ragazzi.
E tuttavia alcune linee direttrici sono già a punto. Innanzitutto, come annuncia Marconi, controlli più stringenti sui locali sospetti di non rispettare il divieto di vendere alcolici ai ragazzini. Le pattuglie in divisa non servono a niente, perchè non appena se ne vede in giro uno subito l'andazzo si blocca. E allora sotto con i vigili in borghese. Dentro i bar, come normali avventori. E se qualcuno si lascia prendere sul fatto, subito il ritiro della licenza.
C'è quindi tutto il movimento notturno nella casbah di San Michele, ossia i ragazzini che si appartano nei vicoli e si ubriacano al riparo da occhi indiscreti o vomitano negli androni dei palazzi quando sono gonfi di alcool fino agli occhi o si fanno avvicinare dagli spacciatori, che piano piano si stanno spostando da Sant'Agostino, dove il mercato langue per i lavori, verso i vicoli che si arrampicano in direzione di Piazza Grande.
 "Con l'estate - annuncia lo sceriffo - dovremmo finalmente riuscire a partire con il servizio notturno della polizia municipale, la comandante si sta già organizzando". E per chi abbandona le bottiglie per terra, altra abitudine in zona, controlli a tappeto nonchè multe per chi si fa cogliere in flagrante. Insomma, la famosa tolleranza zero di cui il sindaco parla da quando si è insediato ma che finora stenta a decollare. Anche se il vicesindaco nega con fermezza che il Comune abbia mai sottovalutato il problema: "E' già da tempo che ho sottolineato la situazione al questore. Siamo andati insieme a verificare, ci abbiamo consumato le scarpe".
Coordinamento dunque anche con la polizia e i carabinieri per migliorare l'efficacia degli interventi repressivi. C'è poi la prevenzione e anche su quel fronte Marconi assicura che Palazzo Cavallo sta lavorando: "Happy night, assistenza di strada e tutto il lavoro con gli psicologi è un settore sul quale sta lavorando la collega Lucia De Robertis, ma è chiaro che cerchiamo di concertare le posizioni". Senza allarmismi esagerati, mette le mani avanti Marconi,"perchè altrove c'è ben di peggio". Vero, ma Arezzo è abituata ai suoi livelli di sicurezza. E il mal comune non è un mezzo gaudio