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ASL di Livorno: si abbassa l'et� media della prima ubriacatura

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I medici: pensano di poter controllare la situazione, e invece...

Un faccino pallido, due occhi troppo grandi e dentro l'anima una sconfinata paura di affrontare la vita. Così a 13 anni l'alcol è diventato protagonista dei suoi fine settimana da sballo e giorno dopo giorno ha cominciato a mangiare la sua vita di ragazzina. L'hanno salvata al Sert, dove è arrivata, nonostante l'età, con grossi problemi di alcolismo: la prima ubriacatura a 11 anni. Un caso limite, anche se «si è senza dubbio abbassata l'età del primo bicchiere di birra o di vino».
 Lo spiega il dottor Henri Margaron, psichiatra, direttore del Sert dell'Asl di Livorno, un servizio dedicato alle dipendenze da sostanze stupefacenti, alcol, fumo, dove si fanno prevenzione e terapia.
 Ragazzi sempre più soli, con il permesso di uscire e con una «cultura dello sballo» che li porta a bere a dismisura «anche se - dice Margaron - non si sentono dipendenti, pensano di poter controllare la situazione e sanno come ottenere il massimo dell'effetto mescolando più sostanze».
 Le bevute da weekend. Non si beve tutti i giorni, ma nel fine settimana. E si va molto al pub. Sembra esserci «un'assenza di idee di divertimento sano e alternativo - dice la dottoressa Cinzia Groppi, responsabile del Sert dell'Asl di Pistoia - c'è come un vuoto di idee: si finisce per aderire ad una subcultura in base alla quale, alla fine, si fa così e basta».
 Il weekend è il momento in cui lo sballo irrompe nella gestualità quotidiana e modifica, per 48 ore, la vita di studenti-modello e giovani operai. Maschi e femmine, non ci sono differenze sostanziali. «Quando di notte arrivano in ospedale persone ferite in incidenti stradali - sottolinea il dottor Mauro Pratesi, responsabile del pronto soccorso degli Spedali Riuniti di Livorno - si riscontrano in maggioranza problemi tossicologici, legati essenzialmente al consumo di alcol. E il venerdì e sabato sera i giovani sono parecchi».
 I pericoli per gli under 20. Si comincia a tredici anni, dicono le statistiche, ma questi ragazzi non sono etilisti. «L'alcolismo viene più tardi - spiega il dottor Margaron - ci vogliono anni». Anche se ci sono casi borderline di under 20. Al Sert livornese i numeri delle dipendenze da alcol per quanto riguarda la sola città parlano di 150-200 soggetti.
 Quei beveroni colorati. Trent'anni fa i 18-20enni si ritrovavano al bar. Oggi, invece, è il pub uno dei punti di aggregazione. L'offerta di alcolici è prevalente, dalla birra ai cocktail. «Non c'è una dipendenza istantanea da alcol - spiega la dottoressa Groppi - ma un uso che può diventare abituale e quotidiano». La subcultura dello sballo si diffonde e "normalizza" certi tipi di comportamento. «Di solito, però, i ragazzi che hanno problemi con l'alcol non vengono da soli al Sert per chiedere aiuto o portati dai genitori - prosegue Groppi - Le famiglie, semmai, li portano se sospettano che fumino o assumano sostanze stupefacenti, in quanto la droga rispetto all'alcol crea più allarme sociale. Poi invece emerge che bevono». Molti under 18 o ventenni arrivano nei Sert della Toscana su input delle prefetture e della magistratura, o dopo la patente tolta per aver superato il tasso alcolemico consentito.
 La prevenzione. Proprio a Pistoia Asl e Sert, insieme anche ad altri enti, hanno lavorato e lavorano sul fronte della prevenzione con progetti mirati. Due anni fa c'è stato un concorso per le medie inferiori e superiori «Prof, oggi ti insegno io la salute», ora sta per partire il secondo bando - «C'era una vodka...».