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Basilicata: allarme alcolismo, più donne e giovani

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di MASSIMO BRANCATI
Chi l'ha detto che Bacco preferisce gli uomini? E che coinvolge solo in età adulta? L'alcol tra le donne e i più giovani sta crescendo a ritmi impressionanti, anche - e soprattutto - in Basilicata. Alzare il gomito, dunque, non è roba da maschi adulti e i dati forniti dall'Istat su questo argomento contribuiscono ad abbattere certi cliché. Le abitudini delle donne, sotto questo aspetto, sono cambiate, tanto che tra il gentil sesso l'alcolismo ha un tasso d'incremento superiore a quello maschile. Vediamo qualche dato.
Nel 2009 in Basilicata il 32,8 per cento dei residenti con più di 11 anni ha consumato alcol almeno una volta al giorno (contro il 29,3 per cento della media nazionale): l'«universo» è composto dal 50,3 per cento di uomini e dal 16,2 di donne, ma il consumo diventa «problematico», ossia dà luogo a fenomeni di dipendenza, nell'8 per cento degli uomini e nel 18,1 per cento delle donne. Se il gentil sesso, insomma, si avvicina al bicchiere, è più facile che degeneri in dipendenza. Dipendenza vuol dire ubriacarsi. E anche questo dato viene fotografato dall'Istat.
In Basilicata il 9,7 per cento dei residenti, nel corso del 2009, hanno bevuto più di sei «unità alcoliche» (birra, vino o superalcolico) in un'unica occasione e il dato si compone dal 17,3 per cento dei maschi e il 2,5 per cento delle donne. A livello nazionale, la media è dell'8 per cento, formata dal 17,5 per cento di uomini e dal 3,1 per cento di donne. Ma il dato «femminile» cambia fortemente se si vedono i piccoli centri fino a 2mila abitanti. Qui le donne che nel corso dell'anno si ubriacano sono il 3,6 per cento. E questa realtà, a sentire i responsabili dei servizi socio assistenziali, riguarda anche la Basilicata. Ancora più preoccupante il costante abbassamento dell'età dei consumatori che spesso incrociano alcol e droga.
Secondo un'indagine AcNielsen, che ha coinvolto 3mila ragazzi tra i 15 e i 25 anni, il 32% afferma di bere «per provare il piacere dell'ebbrezza» e di aver cominciato già a a 10 anni. Il 32% ha fumato almeno una volta uno spinello a partire dagli 11 anni, e di questi il 16% ne fa un uso giornaliero, il 29% una volta alla settimana e il 55% una volta al mese. Il 7% ha usato altre sostanze stupefacenti a partire dai 14 anni, il 46% continua a farne uso e di questi il 15% giornalm ente. A livello territoriale la situazione più allarmante è nell'area sud della regione. Nel Lagonegrese-Senisese circa 8.000 persone su 80 mila abitanti sono alle prese con problemi legati al consumo di alcol. In sostanza, il 10-15 per cento della popolazione residente.
Si tratta di una proiezione statistica che nasce sulla scia dei dati dell'istituto nazionale della Sanità, ma che - assicurano al Sert - si avvicina molto alla realtà. L'alcolismo tra i giovanissimi raggiunge i picchi più alti nei centri più grandi del comprensorio, vale a dire Lagonegro, Lauria, Maratea, Senise e Francavilla sul Sinni. Tra gli adulti, dopo i 40 anni, Bacco fa sentire la sua presenza soprattutto nei paesi dell'in - terno, Terranova del Pollino, San Severino Lucano, Teana, Viggianello. In questo contesto problematico s'inserisce l'attività svolta dal centro di riabilitazione alcologica di Chiaromonte, l'unica struttura, in tutto il centro-sud, che opera in tandem con l'alcologia di San Daniele del Friuli, dove si utilizza l'innovativa metodologia di Vladimir Hudolin. Gli utenti - che provengono non solo da Basilicata, ma da Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia - fanno «squadra», dando vita ad una comunità multifamiliare in continuo cambiamento dello stile di vita, di crescita e di maturazione.
L'approccio al tema parte da una considerazione di fondo: l'alcolismo, nel senso classico della parola, non si può curare. Ma si può aiutare e facilitare il processo di cambiamento comportamentale incidendo sullo stile di vita del paziente soprattutto a livello psicologico.