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CAMBIARE ATTRAVERSO IL GRUPPO: L’ESPERIENZA DELL’AUTO-MUTUO AIUTO

CAMBIARE ATTRAVERSO IL GRUPPO: L’ESPERIENZA DELL’AUTO-MUTUO AIUTO

CAMBIARE ATTRAVERSO IL GRUPPO: L’ESPERIENZA DELL’AUTO-MUTUO AIUTO

 

Dr. Sanfilippo – dr. Agisi

 

 

 

I gruppi di auto-mutuo-aiuto

Questi gruppi possono essere definiti come “reti sociali artificiali” , reti cioè che si creano

deliberatamente per produrre aiuto/sostegno sociale.

02

Una delle definizioni maggiormente esaustive è quelle formulata da Katz e Bender (1976)

secondo la quale “I gruppi di auto-mutuo-aiuto sono strutture di piccolo gruppo, a base

volontaria, finalizzate al mutuo-aiuto e al raggiungimento di particolari scopi. Essi sono di solito

costituiti da pari che si uniscono per assicurarsi una reciproca assistenza nel soddisfare bisogni

comuni, per superare un comune handicap o un problema di vita oppure per impegnarsi a

produrre desiderati cambiamenti personali o sociali. I promotori e i membri di questi gruppi

hanno la convinzione che i loro bisogni non siano o non possano essere soddisfatti da o

attraverso le normali istituzioni sociali. I gruppi di auto-mutuo-aiuto enfatizzano le interazioni

sociali faccia a faccia e il senso di responsabilità personale dei membri. Essi assicurano

sostegno emotivo e a volte anche assistenza materiale; tuttavia, altrettanto spesso appaiono

orientati verso una qualche “causa” proponendo un’ “ideologia” o dei valori sulla base dei

quali i membri possano acquisire o potenziare il proprio senso di identità personale.” [5]

Un gruppo di auto-mutuo-aiuto può dunque essere inteso come un tipo di risorsa comunitaria

che privilegia, a partire dalla condivisione di un medesimo problema e bisogno, l’aiuto

reciproco tra pari, incoraggiando la condivisione di un sapere che deriva dalla diretta

esperienza del problema stesso (sapere che in alcuni casi è codificato sotto forma di libro o di

principi, cui i membri fanno riferimento) e la cui leadership si trova tra le mani degli stessi

membri.

 

Di che cosa si occupa l’auto-mutuo-aiuto

Si può affermare che l’auto-mutuo-aiuto si occupa fondamentalmente di empowerment,

considerando questo termine nella sua accezione psicoterapeutica e di psicologia di

comunità ossia come “processo di ampliamento (attraverso il miglior uso delle proprie risorse

attuali e potenziali acquisibili) delle possibilità che il soggetto può praticare e rendere operative

e tra le quali può quindi scegliere” .

L’azione dei gruppi di auto-mutuo-aiuto si sviluppa all’interno di due livelli di empowerment,

individuale e sociale o di comunità, con tutta una serie di gradazioni e di sovrapposizioni non

solo tra le focalizzazioni dei diversi gruppi, ma anche all’interno dello stesso gruppo in momenti

e fasi diversi.

 

Si possono individuare diversi tipi di focalizzazioni:

Focalizzazione sull’autorealizzazione e la crescita personale attraverso l’aumento dell’efficienza

nella gestione della vita quotidiana (gruppi di ex pazienti psichiatrici).

Focalizzazione sulla convivenza con malattie croniche (es. gruppi di pazienti oncologici,

diabetici) o condizioni/crisi esistenziali che implicano un certo livello di disagio e di stress (gruppi

di vedovi/e). Il problema affrontato è come continuare a vivere in maniera più soddisfacente,

nonostante la cronicità della condizione.

Focalizzazione sulla riorganizzazione della condotta o sul controllo comportamentale. I

partecipanti condividono il desiderio di eliminare o controllare alcuni comportamenti

problematici (es. gruppi di alcolisti, di genitori che maltrattano i bambini).

Focalizzazione sul miglioramento del “destino sociale” di gruppi particolari attraverso attività di

propaganda, sensibilizzazione e legittimazione di stili di vita e contemporaneamente

mantenimento/aumento della stima di sé attraverso le attività di mutuo supporto e di

autocoscienza (es. gruppi composti da persone etichettate come devianti o discriminate a

causa dei loro stili di vita, valori ecc, come gay, minoranze etniche, gruppi di donne).

Focalizzazione sulla difesa sociale intesa come forma di azione sociale in generale, sia a

vantaggio della creazione di nuove leggi, nuovi servizi e nuove politiche sociali, sia a favore

direttamente di individui, famiglie o gruppi (es. raggruppamenti di gruppi di auto-mutuo-aiuto a

livello regionale/nazionale, comitati).

Il gruppo di auto-mutuo-aiuto risponde quindi, in grado diverso a seconda dell’orientamento, a

due funzioni fondamentali: la prima individuale, di supporto, in generale trasformativa, la

seconda sociale, sul versante della sensibilizzazione e del cambiamento della comunità entro

cui il gruppo è inserito.

03

I processi attivati dai gruppi di auto-mutuo-aiuto

Le particolari caratteristiche di questi gruppi permettono l’instaurarsi di dinamiche e processi

che coinvolgono contemporaneamente la sfera cognitivo-comportamentale e soprattutto

quella emotiva, affettiva e relazionale, condizione, questa, indispensabile affinché i processi di

aiuto possano estrinsecarsi ed essere percepiti come tali dai partecipanti.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.scuolaadleriana.it/attachments/article/34/articoloSanfilippo-Algisi.pdf

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)