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Canton Ticino: osservazioni sulla vendita di alcolici ai minori

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È l'appello di Radix e di Ingrado dopo il test effettuato da Ticinonline in dieci negozi ticinesi: "Il limite in Ticino è quello dei 18 anni. Non ci sono scuse".

TICINONLINE.ch 07 dicembre 2009

"Adesso smettetela di banalizzare la vendita di alcolici ai minorenni". L'appello è rivolto ai gerenti di chioschi, stazioni di servizio e negozi. A lanciarlo sono Pelin Kandemir Bordoli, responsabile di Radix, e Dario Gennari, di Ingrado, in seguito al test effettuato da Ticinonline in dieci punti vendita ticinesi. Il 16enne, messosi a nostra disposizione con il consenso dei genitori, è riuscito ad acquistare alcol in ben sette occasioni senza alcun problema. "La situazione è preoccupante - commenta Gennari -. E non credo ci siano scuse. Le regole, insomma, parlano chiaro: il limite è quello dei 18 anni. Se ci sono dubbi, si deve chiedere il documento".
Confusione ingiustificata - La legge federale dice che non si possono vendere superalcolici a chi ha meno di 18 anni e vino e birra a chi ha meno di 16 anni. I singoli cantoni, tuttavia, nel pieno spirito federale, hanno la facoltà di applicare norme più restrittive. È il caso del Ticino, dove qualsiasi alcolico è vietato ai minorenni. "C'è chi si aggrappa a questo fatto per sostenere che c'è confusione ¬¬- spiega Kandemir Bordoli -. Io però non credo che ci possano essere fraintendimenti. Viviamo in uno Stato federale e quindi è normale che siano i Cantoni a decidere. Succede per mille altri ambiti. Perché solo per l'alcol si evidenziano le ambiguità?" In Ticino, dunque, neanche la birra o il vino possono essere venduti a chi ha meno di 18 anni. "Ogni gerente - gli fa eco Gennari - dovrebbe conoscere la legge. La stessa cosa vale per i venditori. Punto. Mi sembra pretestuoso attaccarsi ai dettagli per giustificare le proprie mancanze. Anche perché si tratta di un tema di cui si è discusso in lungo e in largo". 
Poca sensibilità - Per i rappresentanti di Radix e di Ingrado il problema sta altrove. "Il fatto è - puntualizza Kandemir Bordoli - che si continua a prendere la vendita d'alcol ai minori sotto gamba. Si sente spesso dire dai gerenti colti in flagrante che una lattina di birra non ha mai ucciso nessuno". "È proprio così - conferma Gennari -. Ma questa gente non si rende conto che le dipendenze iniziano con poco. E poi è una questione di principio. Chiediamocelo: fa bene a un minorenne bere alcol? Direi proprio di no".
Le multe - Per chi vende alcolici ai minori sono previste delle sanzioni. A occuparsene, per quanto riguarda chioschi e negozi, è la sezione sanitaria del Cantone, di cui fa parte Andrea Gianinazzi. "Le multe possono variare a seconda della situazione - dice -. Nell'ultimo anno ne sono state date una decina. Il fatto è che ci servono delle segnalazioni concrete. È difficile cogliere i venditori con le mani nel sacco".