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Carceri italiane: oltre 67mila detenuti, uno su 4 tossicodipendente

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Dei circa 67mila detenuti oggi presenti nelle 206 carceri italiane uno su 3 è straniero, uno su 4 è tossicodipendente e considerevole è anche la percentuale di detenuti con malattie mentali. "Tutto questo - denuncia Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, va ad aggravare le già pesanti condizioni lavorative delle donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, oggi sotto organico di ben 5mila unità". Il dato importante da considerare è che i detenuti affetti da tossicodipendenza o malattie mentali, come ogni altro malato limitato nella propria libertà, scontano una doppia pena: quella imposta dalle sbarre del carcere e quella di dover affrontare la dipendenza dalle droghe o il disagio psichico "in una condizione di disagio, spesso senza cure adeguate e senza il sostegno della famiglia o di una persona amica. Forse è il caso di ripensare il carcere proprio prevedendo un circuito penitenziario differenziato per questi tre tipi di detenuti", propone il Sappe che ha organizzato a Roma per lunedì 8 marzo un convegno sul tema"Immigrazione e Tossicodipendenza. Pena, Carcere e Territorio - Riorganizzazione della Polizia Penitenziaria". Nonostante l'Italia sia un Paese il cui ordinamento è caratterizzato da una legislazione all'avanguardia per quanto riguarda la possibilità che i tossicodipendenti possano scontare la pena all'esterno, oggi essi sono circa il 25% del totale della popolazione detenuta. "E' infatti previsto - spiega Capece - che i condannati a pene fino a sei anni di reclusione, quattro anni per coloro che si sono resi responsabili di reati particolarmente gravi, possano essere ammessi a scontare la pena all'esterno, presso strutture pubbliche o private, dopo aver superato positivamente o intrapreso un programma di recupero sociale. Nonostante ciò queste persone continuano a rimanere in carcere".