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Cesena, alcol e giovani: una triste realtà

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CESENA - Riflettori puntati sul consumo e sull'abuso dell'alcol, in occasione della Giornata mondiale sulla prevenzione alcologica che ricorre giovedì 29 aprile. Un'occasione per fare il punto sul rapporto che i cesenati hanno con le bevande alcoliche. Nella città romagnola, nella fascia d'età tra i 18 e i 69 anni, solo il 30% è considerato astemio. Quasi 3 cesenati su 10 (29%) sono invece considerati bevitori a rischio. In aumento il numero di ragazze che bevono frequentemente fino ad ubriacarsi.
Un'occasione, inoltre, per fare il punto sui percorsi di prevenzione all'alcolismo attivati dal SerT dell'Azienda Usl di Cesena, in collaborazione con diversi enti del territorio.
"Tra i principali fattori di rischio per la salute dell'uomo - afferma il dottor Marco Matassoni, responsabile del Servizio Alcoologia dell'Ausl di Cesena - l'abuso di alcol è la terza causa di mortalità prematura e malattia in Europa ed la prima causa di morte per i ragazzi tra i 15 ed i 29 anni. Inoltre è alla base di circa 60 patologie, incluso il cancro, ed è la principale causa di cirrosi epatica in Europa".
Nonostante un decremento nel consumo medio pro-capite registrato in Europa e in Italia negli ultimi decenni - negli anni 70 un adulto consumava in media 15 litri di alcol all'anno, mentre oggi ne consuma 11 - l'abuso di alcol rappresenta un problema soprattutto per le giovani generazioni. Il bere a rischio è stimato pari al 15% dei consumatori in Europa e il cosiddetto "binge drinking", il bere in un'unica occasione sei o più bicchieri per ubriacarsi, si sta diffondendo sempre più anche in Italia, in particolare tra le ragazze ma non solo tra i giovani. Anche a Cesena, dove su 100 individui tra i 18 e i 69 anni, 30 sono astemi, 41 sono bevitori moderati e i restanti 29 possono essere classificati bevitori a rischio (Studio Passi, anno 2008), si registra un 11% di bevitori binge, con un picco tra i giovani di età tra i 18 e i 24 anni (22%). Consumatori a rischio sono anche il 10% dei cesenati che assumono alcol prevalentemente o solo fuori pasto e il 16% di essi che rientrano tra i cosiddetti "forti bevitori", vale a dire gli uomini che consumano più di due bicchieri di vino (o lattine di birra) al giorno e le donne che ne consumano più di uno.
Rispetto a dieci anni fa, in Italia sono quasi triplicati i soggetti che fanno riferimento ai servizi alcologici dei Sert nazionali. Un dato quest'ultimo che testimonia l'aumento diffuso delle patologie correlate all'alcol. Non fa eccezione la realtà cesenate, dove nel 2009 il Centro Alcologico del Sert ha avuto in carico 232 utenti, 81 dei quali (59 maschi e 23 femmine) nuovi inserimenti nei programmi di trattamento e riabilitazione bio-psico-sociale. Non sempre è facile riconoscere il proprio problema e scegliere di intraprendere un percorso di cura per chi si trova a convivere con la dipendenza dall'alcol. Sempre nel 2009, infatti, sono state una sessantina le persone che, dopo il primo colloquio di accoglienza, non hanno accettato per vari motivi di intraprendere un percorso di cura.
"Le attività cliniche del Sert cesenate in ambito alcologico - spiega il dottor Michele Sanza, direttore del SerT - avvengono con la collaborazione sia dei medici dei reparti ospedalieri, presso i quali gli operatori del Sert svolgono attività di consulenza, sia dei medici di medicina generale, che spesso inviano utenti che necessitano di una valutazione alcologia. Buona è anche la collaborazione con i gruppi di auto-mutuo-aiuto (Alcolisti Anonimi, AlAnon, Club degli Alcolisti in Trattamento), che rappresentano realtà di volontariato molto utili a chi soffre di dipendenza alcolica e ai suoi familiari. Fondamentale in questo campo è portare avanti una decisa azione di prevenzione, per diffondere tra la popolazione l'abitudine di un consumo corretto di alcol".
A questo fine nel 2009, in collaborazione con l'Ufficio educazione alla salute dell'AUSL di Cesena, sono stati realizzati progetti di prevenzione rivolti ai ragazzi delle scuole medie del distretto Valle Savio e ai loro genitori e insegnanti. Sempre in Valle Savio, ma anche a Cesenatico, in collaborazione con gli amministratori locali e i titolari di attività di ristorazione, del tempo libero e del divertimento, sono stati raggiunti importanti accordi finalizzati ad accrescere in tutti il senso di responsabilità rispetto ad un "bere maggiormente consapevole". A questi si aggiungono i numerosi interventi di sensibilizzazione alcologica e di promozione di stili di vita sani svolti da anni dagli operatori presso scuole, associazioni e quartieri e gli interventi del progetto "Notti sicure", che vede gli operatori di strada incontrare i ragazzi nei luoghi del divertimento per parlare loro degli effetti pericolosi dell'alcol e delle droghe sia sulla salute che sulle performance di guida.
Sul fronte della guida sicura, nel 2009 sono stati organizzati corsi info-educativi destinati a chi, dopo essersi vista ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza, ha intrapreso il percorso di revisione della patente presso la Commissione Medica Locale, mentre è stata diffusa nelle sale cinematografiche e nelle televisioni locali la campagna di sensibilizzazione "Se guidi non bevi", che ha avuto come testimonial l'attrice Claudia Penoni. Da segnalare, infine, in tema di "alcol e lavoro" e in collaborazione con la Medicina del Lavoro, la realizzazione di un intervento di formazione e informazione presso un'importante azienda del territorio, che ha visto come destinatari finali circa 800 lavoratori e quasi 60 dirigenti.