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News di Alcologia

Cocaina nell'aria, il Cnr fa test

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Esiti positivi già a Roma e Torino. Diecimila i consumatori abituali

LaRepubblica.it 4 dicembre 2009

L´allarme-cocaina lanciato di recente a Bologna dalla Procura ha il suo lato sanitario: sono duemila le persone seguite dal Sert, intercettate dai pronto soccorso magari per un incidente stradale, o ricoverate in ospedale per gravi problemi cardiocircolatori o respiratori, e disturbi psicologici (un dato che porta a stimare in almeno 10mila i consumatori abituali e non). Ma ha un lato persino ambientale, se è vero che il Cnr - L´Istituto sull´inquinamento atmosferico di Roma - ha messo sotto esame l´aria che si respira qui all´ombra delle Due torri, come in altre città-campione, per condurre uno studio comparato dei livelli di consumo in varie zone d´Italia.
Prelievi di aria sono già stati eseguiti dai tecnici dell´Arpa in diversi punti della città e in diversi periodi dell´anno, estate e autunno. I risultati non sono ancora pronti: «Ho trasmesso i dati «grezzi» delle misure di cocaina rilevate a Bologna, corroborati da un breve commento, e delle concentrazioni di altri inquinanti (il benzo (a) pirene in particolare), mentre per una più approfondita analisi i risultati andranno confrontati con quelli raccolti parallelamente nelle altre città emiliane e italiane esaminate», scrive all´Arpa Angelo Cecinato, direttore dell´Istituto del Cnr. «Cocaina nell´aria può esserci per varie ragioni, bisogna studiarle. E occorre tempo per elaborare scientificamente i dati».
A Roma e Torino esami simili avevano già dato esito positivo. Vicino alla Sapienza sono emersi i valori più alti, 0,1 nanogrammi per metro cubo. «Comunque non basta una vita per respirare attraverso l´aria una dose intera di cocaina», tranquillizza Cecinato, che a questa ricerca ha dato vita di sua iniziativa, coinvolgendo il suo gruppo, ma senza sponsor, e per pura curiosità.
E´ l´Osservatorio epidemiologico sulle dipendenze e il consumo di sostanze a stimare che siano almeno 10mila in città le persone che fanno uso di cocaina, in base al fatto che da uno studio condotto in tutta Italia risultano 2mila assuntori problematici certi. Questo significa che per ognuno di loro vanno considerati almeno altri tre o quattro assuntori sommersi, che non hanno fatto ricorso ai presidi tradizionali.