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Comuni gardesani: alcol dopo l'una di notte, le urne rinviano lo stop

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IL DIVIETO. Patto sulla sicurezza, ieri a Verona un nuovo tavolo tra i sindaci gardesani I primi cittadini scelgono una pausa di riflessione fino alle elezioni. Ma Padenghe, Moniga e Riva non ci stanno: subito le ordinanze
Tutto rinviato a dopo le elezioni regionali. La riunione tra i sindaci gardesani - che si è tenuta ieri in Prefettura a Verona - sul divieto di somministrazione di bevande alcoliche dopo l'una di notte, segna un punto a favore dei gestori dei locali e fa emergere una piccola fronda di intransigenti: Padenghe, Moniga e Riva del Garda.
I primi cittadini di questi tre comuni hanno annunciato di dare seguito, attraverso ordinanze, allo stop alla somministrazione prospettato dal «Patto per la sicurezza del lago di Garda» siglato durante la visita del ministro dell'Interno Maroni sul lago.
La linea degli altri sindaci sarà invece quella di congelare la situazione, per ritrovarsi a urne chiuse e, a quel punto, assumere decisioni condivise e concordate con le Prefetture di Verona, Brescia e Trento.
E' questo, in sintesi, l'esito del tavolo tecnico veronese che aveva all'ordine del giorno, oltre alla questione della vendita degli alcolici, quella dell'armonizzazione degli orari dei locali pubblici e delle discoteche.
Che potesse finire senza una decisione definitiva era nell'aria, da quando alcuni sindaci, malgrado gli impegni assunti nell'ottobre scorso, avevano cominciato a tentennare. Una perplessità sorta quando i primi cittadini hanno dovuto misurarsi con i pubblici esercenti e con le associazioni sindacali di categoria e, soprattutto, con una contraddizione stridente: si possono adottare misure restrittive e penalizzanti in un'area ad alta vocazione turistica? Si può colpire, specie in un momento di crisi, un comparto che dà lavoro a migliaia di addetti senza contare l'indotto?
PER LA GRAN PARTE dei sindaci dunque tutto è rimandato al prossimo summit. Così è, ad esempio, per quello di Desenzano Cino Anelli. Non, invece, per Patrizia Avanzini di Padenghe, che ha mantenuto l'impegno preso nel precedente tavolo tecnico, e cioè di adottare l'ordinanza secondo quanto deciso dalla Prefettura a titolo sperimentale.
«L'unica voce discordante è stata la mia e quella di Riva - dice Avanzini - ritengo che quanto deciso in Prefettura andasse nella direzione giusta per superare i problemi emersi nel patto per la sicurezza. Si tratta di una sperimentazione, dunque non di un provvedimento definitivo. Valeva la pena andare avanti». Per Anelli, invece, «la gran parte dei comuni ha manifestato perplessità sull'applicazione di questi divieti, ma non è stato trovato l'accordo fra tutti».
Ad esultare, per ora, sono i gestori di locali. Per loro uno scampato pericolo e un avvio di stagione tutto sommato salvo.
Maurizio Toscano