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Conference on Head and Neck Cancer: il ruolo del fumo e dell'alcol nella formazione dei tumori

Conference on Head and Neck Cancer: il ruolo del fumo e dell'alcol nella formazione dei tumori

La ricerca, che verrà presentata a Mestre (VE) alla 9° Conferenza Internazionale sui tumori di testa e collo promossa dalla

SVO, rivela che il papilloma virus umano può portare al cancro del cavo orale
In Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige ogni anno 180 nuovi casi per 100mila abitanti. Patologia in aumento

tra le donne: pesano stili di vita, alcool, fumo, inquinamento
Non solo tabacco e alcol: anche il sesso non protetto può causare il cancro della cavità orofaringea. E le giovani

generazioni, più propense alla promiscuità e alla libertà sessuale, risultano essere la categoria più a rischio, con

incidenza maggiore per il sesso maschile.
Lo rivela una ricerca che verrà presentata nell'ambito della 9th International SVO Conference on Head and Neck Cancer, in

programma nei prossimi giorni a Mestre (VE) e promossa dalla Scuola Veneta Ospedaliera di Discipline Otorinolaringoiatriche

(SVO) presieduta da Francesco Lunghi e Roberto Spinato. L'appuntamento riunirà i più importanti specialisti italiani di

otorinolaringoiatria e ospiti da USA ed Europa dall'8 al 10 luglio 2010 al NH Laguna Palace Hotel di Mestre - VE (viale

Ancona).
I tumori del distretto cervico-facciale (HNC) comprendono uno spettro di neoplasie dalle caratteristiche biologiche,

istologiche e cliniche molto differenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi squamocellulari che coinvolgono

il cavo orale, l'orofaringe, la laringe e l'ipofaringe (HNSCC) e costituiscono la sesta causa di morte per tumore nel mondo.

I fattori di rischio sono l'esposizione ai carcinogeni ambientali, la cattiva igiene orale, gli agenti infettivi, la

familiarità e le comorbidità. I fattori di rischio dominanti sono il fumo di sigaretta e, in sinergia, l'elevato consumo di

alcol.
"Ma non solo - spiega il vicepresidente di SVO Roberto Spinato -: i dati in nostro possesso dimostrano che anche le pratiche

sessuali non protette che coinvolgono il cavo orale induce ad un grosso aumento del rischio di sviluppare il cancro

dell'orofaringe. Va detto comunque che le persone che presentano questo tipo di tumori rispondono meglio alle cure con

radiochemioterapia e incontrano una prognosi migliore".
L'incidenza dei tumori all'orofaringe è progressivamente aumentata nel corso dell'ultimo decennio: questo incremento è legato

al ruolo emergente del papilloma virus umano (HPV), in particolare del tipo 16, quale agente causale della carcinogenesi

orofaringea. L'età media di questa sottopopolazione è minore rispetto ai classici tumori di testa e collo ed è associata alla

trasmissione sessuale, ovvero a pratiche che facilitano la ripetuta esposizione e la diffusione del virus. Complessivamente

però la sopravvivenza a 3 anni di questi pazienti è dell'82%, rispetto al 57% dei pazienti negativi al HPV. Altri fattori di

rischio per l'insorgenza di neoplasie orofaringee in età meno avanzata sono l'infezione da virus dell'immunodeficienza

acquisita (HIV) e l'abuso di marijuana.
L'obiettivo su cui stanno lavorando gli specialisti sono terapie mirate e più efficaci. "Recentemente sono stati studiati

diversi marcatori molecolari con l'idea di verificarne il valore predittivo, ma ancora non è stato identificato un fattore

che realmente, per le sue caratteristiche molecolari, abbia contribuito a cambiare lo scenario dei HNSCC - spiega Daris

Ferrari del dipartimento di oncologia dell'ospedale San Paolo di Milano, autore della ricerca che verrà presentata a Mestre

-. A differenza di quanto avvenuto nei tumori colorettali, deve ancora essere identificato un biomarcatore di tale portata

clinica". "Sarà necessario comprendere meglio la storia naturale dell'infezione da HPV - sottolinea ancora Ferrari - e

attivare adeguate procedure preventive come la vaccinazione, studiare il profilo genetico di ogni neoplasia per

caratterizzarne meglio il decorso e la prognosi, identificare nuovi ‘pathways' molecolari o nuovi marcatori predittivi di

risposta al trattamento ed evitare terapie rischiose e costose per i pazienti mancanti dello specifico marcatore".
I tumori della testa e del collo rappresentano il 15% della totalità dei tumori maligni. In Italia si riscontrano dai 13mila

ai 15mila nuovi casi all'anno, con Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige in cima alla lista delle regioni più

colpite. A Nordest si calcola infatti un'incidenza di 180 nuovi casi per 100mila abitanti ogni anno, percentuale cinque volte

superiore rispetto alle altre regioni e inferiore solo a quella dei tumori al polmone. Tra le principali cause di questa

gravissima patologia, abitudini di vita scorrette quali l'assunzione di alcool e fumo di sigaretta (molto diffusi a Nordest),

situazioni critiche conseguenti a traumatismi dentari e un elevato tasso di inquinamento ambientale.
I dati assegnano dunque al Nordest la "maglia nera" per i casi di tumori della testa e del collo: anche per questo è nata nel

territorio la SVO (Scuola Veneta Ospedaliera di Discipline Otorinolaringoiatriche), presieduta da Francesco Lunghi e Roberto

Spinato.
"Il programma della conferenza internazionale include sessioni dedicate alla ricerca e alla pratica chirurgica sulle nuove

tecniche di approccio alla patologia - sottolinea Francesco Lunghi, direttore della ORL di Monselice e presidente della SVO

-. È dunque un'occasione di grande importanza per l'aggiornamento e l'approfondimento sulle nuove frontiere della chirurgia

cervicale e degli interventi terapeutici di ORL in generale. Questo evento ha un respiro internazionale e consente agli

specialisti italiani di confrontarsi con le punte più avanzate della ricerca mondiale in questa materia".
Dopo una prima parte formativa, si apriranno i lavori della conferenza internazionale. Le tematiche affrontate avranno uno

spettro ampio: dall'utilizzo chirurgico delle radiofrequenze ai trattamenti di salvataggio chirurgico post-chemioterapia, dai

nuovi approcci alle neoplasie della lingua alle tecniche diagnostiche più avanzate (e meno invasive) per rilevare i tumori in

uno stadio iniziale.
"La prevenzione e la diagnosi precoce di queste forme tumorali è fondamentale - chiarisce Roberto Spinato, direttore della

divisione chirurgica e di ORL a Mirano e vicepresidente SVO -, perché nel caso in cui si intervenga all'inizio si riscontra

il superamento della malattia con guarigione nell'80-90% dei casi, mentre se il tumore viene identificato in fase avanzata la

sopravvivenza è del 30-40% a cinque anni, con peggioramento in caso di metastasi. Eppure i pazienti arrivano ancora troppo

spesso tardi da noi: per una sottovalutazione dei sintomi, per disattenzione, per paura. Invece un controllo frequente

consentirebbe di accertare e contrastare la malattia con ottime possibilità di successo. Ed è un consiglio che rivolgiamo con

forza anche alle donne: negli ultimi anni, infatti, è stato riscontrato un aumento dei casi di tumori alla testa el al collo

in campo femminile: questo, nonostante una maggiore e migliore curabilità dei pazienti, indica infatti un incremento

nell'abuso di alcol e tabacco anche da parte delle donne, soprattutto giovani".
La Scuola Veneta di Discipline Otorinolaringoiatriche e Chirurgia Cervico-Facciale (SVO) è nata nel 1996 per volontà del

prof. Gregorio Babighian e di un gruppo di primari del Veneto. L'obiettivo primario è quello di promuovere l'aggiornamento

continuativo, professionale teorico e pratico dei medici ospedalieri e non, specialisti di tutte le discipline

otorinolaringoiatriche al fine di creare una rete di interscambi culturali tra i reparti ORL del Triveneto e con i medici

specialisti di altre discipline, oltre definire linee guida comuni e offrire qualificati supporti di aggiornamento mediante

l'organizzazione di workshop, corsi teorico-pratici, conferenze internazionali.
Attualmente il Presidente è il Dr. Francesco Lunghi ed il Vice Presidente il Dr. Roberto Spinato. Il consiglio direttivo è

composto da G. Babighian, F. Barbieri, L. Barzan, F. Bonato, M. Cenzi, C. Grandi, R. Kirn, F. Lunghi, C. Marchiori, A.

Pradel, M. Russolo, A. Smiroldo, R. Spinato. I membri suppletivi del Comitato Scientifico sono M. Amadori, C. Da Mosto, R.

Fustos e F. Fiorino, G. Cazzato è responsabile delle relazioni con Enti, Regione e Sindacati e D. Frezza per la formazione.