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News di Alcologia

Cosa non si fa per una bionda...

Cosa non si fa per una bionda...

La birra italiana è sempre più diffusa e amata nel mondo. E mentre noti marchi nostrani vengono acquistati dagli stranieri,

nel nostro Paese aumentano i microbirrifici.
Bevanda nordica? Macché, è mediterranea
La birra? Non c'è dubbio, è nata in Nord Europa. A molti italiani, probabilmente, viene spontaneo rispondere così, facendo

un'immediata associazione con l'immaginario comune che dipinge i nordeuropei - tedeschi e scandinavi - come incalliti

bevitori di bionde. Quanto alla data di nascita, in molti la collocano nel Medioevo (forse pensando alla tradizione birraia

dei monasteri?). Sbagliato in entrambi i casi: come spiega l'antropologo alimentare Sergio Grasso, la birra, bevanda

fermentata a base di cereali, non ha avuto origine nelle fredde terre del Nord, bensì vicino al Mediterraneo, più

precisamente in Mesopotamia, ben cinquemila anni fa (pare sia la bevanda alcolica più antica del mondo).
Da lì questa bevanda si è poi diffusa in Egitto e via di seguito in tutto il bacino mediterraneo. Successivamente la birra ha

attecchito molto in Nord Europa - dove iniziò a essere prodotta a livello indutriale - perché in quelle terre la coltura dei

cereali ha trovato condizioni climatiche più favorevoli: in Germania è nata la figura del mastro birraio. Nel Mediterraneo

si è poi affermata la coltivazione della vite. Il vino, però, è nato dopo la birra: se i greci amavano molto la bevanda

ricavata dai cereali, sono stati poi i romani a preferirle il vino. Altra curiosità: pare che a inventare la ricetta della

birra sia stata una donna che, per caso, si trovò a "maneggiare" i cereali e a ricavare questa bevanda a bassa gradazione

alcolica. Tutti quelli che pensano che la birra sia "una cosa da uomini" dovranno dunque ricredersi.
In Italia, la prima fabbrica di birra nacque nella seconda metà del Settecento. Da allora, la produzione e il consumo della

bionda ha continuato sempre a espandersi: secondo una ricerca condotta da Doxa e Assobirra (l'associazione di categoria) oggi

quasi due italiani su tre bevono birra.
Bionda o rossa, ambrata, speziata, fruttata, oggi la birra è una delle bevande più diffuse al mondo. E ancora di più in tempi

di Mondiali di calcio, quando il boccale davanti alla partita in Tv per molti diventa quasi "di rigore": al di là di chi

conquisterà il titolo di campione del mondo, pare che televisori e birra - o meglio chi li vende - siano già stati decretati

come i veri vincitori. Durante questo mese calcistico pub e ristoranti si sono attrezzati per offrire ai clienti-spettatori

qualche novità, ad esempio abbinando una marchio di birra a ogni partita. E alla tradizionale accoppiata birra-pallone non

sfuggono nemmeno politici e capi di Stato: lo scorso 12 giugno, poche ore prima del duello tra Stati Uniti e Inghilterra, il

presidente americano Barack Obama e il neopremier britannico David Cameron avevano scommesso una birra su chi avrebbe vinto.

Per la cronaca la partita è finita 1-1: chissà se Obama e Cameron la birra l'avranno comunque bevuta?

Giulia Cerqueti