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News di Alcologia

Dipendenza alcolica, l'esordio di solito è nell'adolescenza

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di Elisabetta Rotriquenz
Il problema della dipendenza alcolica è molto più diffuso di quanto si pensi. L'esordio di solito è nell'adolescenza, quando il problema non viene visto come tale e i giovani iniziano ad abituarsi a prendere l'aperitivo, la grappa o l'amaro dopo pranzo, la birra, ecc. Bere diventa un modo per socializzare, per stare insieme agli amici, senza rendersi conto però che gravi problemi si stanno sviluppando subdolamente nell'organismo. Infatti, a differenza di altre sostanze, la dipendenza da alcol non è riscontrabile immediatamente.
In particolare, è necessario distinguere il "bere compulsivo" (binge drinking, cioè l'assunzione di cinque drink in poco tempo, ad esempio in un'ora) e il "bere pesante" (heavy use drinking), ossia il bere cinque drink nella stessa occasione, cinque o più volte in un periodo di 30 giorni. Il bere compulsivo può avere gravi conseguenze: le stime indicano che negli Usa ogni anno muoiono fino a 1400 studenti per incidenti legati al consumo di alcol (come mettersi alla guida di un'auto ubriachi); 600.000 sono le aggressioni da parte di studenti che hanno bevuto e 70.000 studentesse restano vittime di un'aggressione a sfondo sessuale (Kring, Davison, Neale & Johnson, 2007; National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, 2002).
Accade spesso che l'abuso e la dipendenza da alcol si inseriscano in un quadro di poliabuso, cioè l'abuso di più sostanze allo stesso tempo. È stato riscontrato ad esempio che l'80-85% dei soggetti che abusano di alcol siano anche fumatori. Inoltre, poiché l'alcol stimola il desiderio di fumare, il fumatore fuma il doppio rispetto alle sue abitudini. Alcuni ricercatori hanno anche ipotizzato che vi siano delle conseguenze a livello neurocognitivo a causa dell'abuso associato di alcol e fumo (Glass, Adams, Nigg, Wong, Puttler, Buu, Jester, Fitzgerald & Zucker, 2006).
Per quanto riguarda le conseguenze a breve termine dell'abuso di alcol, dopo che una persona ha bevuto sostanze alcoliche, queste passano allo stomaco per poi essere metabolizzate dall'azione enzimatica. Successivamente l'alcol passa in gran parte nell'intestino tenue e quindi viene assorbito nel sangue. L'alcol viene infine metabolizzato nel fegato (in un'ora circa è in grado di smaltire 30 grammi di liquore con gradazione alcolica a 50°). Le quantità in eccesso rimangono nel sangue, per cui mentre l'assorbimento dell'alcol può essere molto rapido, la sua eliminazione è sempre lenta (Kring, Davison, Neale & Johnson, 2007).
A lungo termine l'abuso di alcol provoca non solo un deterioramento psicologico, come problemi a livello cognitivo ed emotivo (Makris, Oscar-Berman, Jaffin, Hodge, Kennedy, Caviness, Marinkovic, Breiter, Gasic & Harris, 2008), ma anche gravi conseguenze per l'organismo. L'alcolista solitamente riduce le quantità di cibo ingerite, poiché l'alcol è di per sé molto calorico (mezzo litro di bevanda alcolica a 40° fornisce circa metà del fabbisogno calorico giornaliero). Pertanto l'alcolista tende ad alimentarsi male in quanto le calorie dell'alcol non forniscono gli elementi nutritivi di cui ha bisogno l'organismo.
L'abuso cronico di alcol e la riduzione dell'apporto proteico contribuiscono allo sviluppo della cirrosi epatica, dodicesima causa di morte negli Usa. Tra le altre alterazioni organiche più frequenti vi sono: danni alle ghiandole endocrine e al pancreas, insufficienza cardiaca, disfunzione erettile, ipertensione, ictus ed emorragie capillari; queste ultime provocano il gonfiore ed il colore rosso del viso, in particolare del naso, tipici degli alcolisti. L'abuso cronico di alcol da parte di una donna durante la gravidanza è la causa principale di ritardo mentale nei nascituri. Si manifesta un rallentamento nello sviluppo del feto e compaiono malformazioni del cranio, del volto e degli arti, condizione definita sindrome alcolica fetale (FAS, fetal alcohol syndrome).
Tutto ciò porta l'alcolista a subire dure conseguenze a livello sociale con problemi sul lavoro, difficoltà relazionali e familiari che spesso conducono alla separazione. Per questo motivo il trattamento di chi soffre di dipendenza dall'alcol è fondamentale, ma molto difficile: la disintossicazione può essere difficoltosa sia a livello fisiologico sia psicologico. È fondamentale per un esito positivo della terapia avere il coraggio di parlare di questo problema rivolgendosi alle strutture adeguate così da poter intervenire prima possibile e per aumentare le possibilità di uscire dall'abisso in cui cade chi soffre di alcolismo.
La più importante associazione mondiale di auto-aiuto per le persone che hanno problemi con l'alcol è la Alcolisti Anonimi (AA). Il programma degli AA sostiene primariamente che la dipendenza dall'alcol è una malattia da cui non si guarisce mai definitivamente e che pertanto richiede una vigilanza continua per non cadere nella tentazione di bere anche solo un bicchiere e di affondare nuovamente nell'abuso incontrollato di alcol. Uno dei principi basilari degli AA è che una persona, anche se non consuma alcol da 15 anni o più, deve continuare ad essere definita sempre "alcolista" nonostante la patologia sia sotto controllo. Oltre ai gruppi di auto-aiuto, altre tipologie di trattamento prevedono la terapia di coppia e familiare, trattamenti cognitivi, comportamentali o farmacologici.
Vi sono ancora divergenze tra i ricercatori riguardo all'obiettivo della terapia utilizzata: è preferibile l'astinenza oppure il consumo controllato? Gli studi più recenti confermano che il consumo controllato è l'obiettivo più realistico, anche nei casi più gravi di abuso di alcol. Sicuramente approcci terapeutici diversi possono essere più appropriati per tipologie differenti di bevitore. È importante quindi riconoscere i fattori individuali che portano a preferire un tipo di trattamento piuttosto di un altro (Kadden, 2001; Kring, Davison, Neale & Johnson, 2007; Moos, 2007; Pettinati & Rabinowitz, 2005).