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Dipendenza da nicotina: individuato un nuovo target biologico

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Fonte: Neuropsychopharmacology
Il fumo di tabacco è la causa principale di morte evitabile nell'Unione europea. Tuttavia molti fumatori cronici trovano difficile smettere di fumare.
Il principale sistema neuronale coinvolto nella dipendenza dal fumo di sigaretta è quello dopaminergico, ma recenti studi realizzati dal gruppo di ricerca guidato dal dottor Forget dell'Istituto Pasteur di Parigi, hanno spostato l'attenzione verso il sistema noradrenergico, per il quale si ipotizza un coinvolgimento nel sistema della gratificazione prodotta dall'assunzione di nicotina.
Gli esperimenti riportati in un articolo pubblicato dalla rivista Neuropsychopharmacology del Nature, descrivono gli effetti che il blocco dei recettori noradrenergici, in particolare gli α1, producono in diversi modelli animali in grado di mimare la dipendenza da nicotina. In uno studio sui ratti, ad esempio, è stato somministrato un antagonista del recettore α1 (prazosin) in dosi variabili da 0.25 ad 1 mg/kg, in grado di ridurre l'auto-amministrazione di nicotina in funzione della dose, senza per contro, avere effetti sull'autosomministrazione di cibo. In un altro esperimento, è stato inoltre osservato che il prazosin diminuiva il rilascio di dopamina indotto dalla nicotina nel nucleus accumbens, un'area del cervello coinvolta nei meccanismo della dipendenza.
L'insieme dei risultati evidenzia il coinvolgimento dei recettori noradrenergici α1 nella dipendenza da nicotina in modelli animali, e la possibilità di intervenire su questo nuovo target biologico può aprire a nuove prospettive future per il trattamento della dipendenza da nicotina.
Redattore: Staff Dronet