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Ecco perché in isolamento beviamo più alcolici

Ecco perché in isolamento beviamo più alcolici

Ecco perché in isolamento beviamo più alcolici (ma non è una soluzione)

“Sto facendo un party su Zoom coi miei amici e stiamo bevendo tutti insieme”, potrebbe essere una delle frasi più inviate in chat in questi giorni di lockdown. Non solo: durante l’ora dell’aperitivo, la cena, e anche durante i pranzi del weekend, in molti si sono ritrovati a consumare a casa una quantità di alcol più alta del solito, e risvegliandosi magari inaspettatamente in hangover dopo un tranquillo aperitivo in video call con gli amici. (Qui i consigli dell'Oms sul consumo dell'alcol in isolamento).

Alcuni si aspettavano sin da principio conseguenze di questo tipo, vivendo il farsi un bicchiere come un “tamponamento” all’isolamento forzato. Altri, invece, sono stati un po’ colti alla sprovvista dal proprio consumo alcolico, scoprendo in questi giorni di avere difficoltà a gestirlo razionalmente.

L’alcol, si sa, ha caratterizzato tutti i maggiori momenti di depressione della storia, e questo momento in cui il pericolo è quello “invisibile” di un virus che forza tutti all’isolamento, non fa eccezione. Abbiamo quindi chiesto un parere allo psicoterapeuta e psichiatra Francesco Comelli, alla life coach Silvia Boarino e al dietista Giuliano Ubezio, per capire meglio come e perché l’alcol in questi giorni stia caratterizzando così tante routine durante il lockdown.

Perché si tende a bere più del solito

“Il lockdown porta solitudine: mentre per alcuni può far pensare alla famiglia e al nido, a molti risulta come un limite sociale e di espressione personale”, racconta Comelli, precisando che “in questo periodo particolare “vengono meno le 'droghe' di tutti, come il lavoro e altre abitudini che funzionano come uno sfogo. Bere di più può essere come un 'farmaco' sostitutivo nei giorni della quarantena, che sostituisce altri modi di esprimere sentimenti e idee, e che tiene a bada aspetti problematici della vita che, magari, prima del lockdown si era riusciti a sistemare con un certo equilibrio, magari precario”.

Compensare l’assenza degli altri

L’alcol, spiega Comelli, “può diventare il paradiso artificiale del lockdown, in cui si può trovare riposo dalle mancanze di quello che fa parte della vita di tutti i giorni”. Il consumo è quindi compensatorio e “chi non è abituato a stare da solo può soffrire molto in questi giorni, mentre chi invece sa stare con se stesso e ha già risolto questi temi comuni a tutti, è più in grado di reggere senza esagerazioni”.

La mancanza degli altri infatti va capita e accettata, altrimenti l’alcol può diventare una “fuga verso una gratificazione fisica, soprattutto in un periodo in cui il fisico stesso è penalizzato da molti bisogni insoddisfatti di performance, da quello sportivo a quello sessuale”. Lo stesso può capitare anche se ci si ritrova in coppia, “magari con equilibri molto precari, e per affrontare il momento ci si nutre di gratificazioni esterne”.

L’alcol per allentare la tensione

Quindi, in molti stanno bevendo anche per “mimare” delle occasioni sociali a cui non possono partecipare di persona? “Più che mimare il relax con gli amici credo l’alcol serva ad abbassare la tensione di questi giorni, in cui siamo al tempo stesso tempestati dalle notizie e limitati nella nostra libertà”, continua Boarino.

“È una valvola di sfogo, perché qualsiasi cosa si menzioni in questi giorni, armati anche delle migliori intenzioni, si finisce sempre a parlare del Coronavirus: cerchiamo quindi con un bicchiere di esorcizzare questo fatto enorme che non sappiamo come gestire. Ognuno si deve inventare le proprie strategie per tenere a bada l’ansia: quindi cose che normalmente non faremmo, come bere da soli in casa, assumono la funzione di esorcizzare il momento che stiamo vivendo, restituendoci a una dimensione più rilassata”.

Quanto alcol bisognerebbe assumere in queste giornate

Punto dolente per tutti durante il lockdown, è il consumo calorico. “Anche se si sta facendo attività in questi giorni, per tutti il movimento giornaliero è ridotto all’osso”, aggiunge Ubezio: “per questo bisognerebbe abbassare del 20, 30% le calorie che si assumono durante la giornata”. Ma veniamo all’alcol: “Assumere un bicchiere di birra al giorno può non costituire un problema, mentre un bicchiere di vino al dì potrebbe già significare un incremento calorico importante. Se si vuole mantenere il proprio peso o si sta approfittando per fare un po’ di dieta, non bisognerebbe superare il bicchiere di vino o la birra media a settimana: poi, dato il momento particolare, potrei anche dire che si può 'sforare' con un paio di birre da 33cl o un paio di bicchieri di vino alla settimana, che possono essere una coccola: c’è chi sceglie il pezzo di cioccolato, chi qualcosa da bere”.



(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

https://it.mashable.com/coronavirus/2632/ecco-perche-in-isolamento-beviamo-piu-alcolici-ma-non-e-una-soluzione

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)