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European Health Award 2010: tra i progetti anche la prevenzione del fumo e la lotta all'alcolismo

European Health Award 2010: tra i progetti anche la prevenzione del fumo e la lotta all'alcolismo

Scelti fra 10mila i 6 progetti finalisti per l'European Health Award 2010. Si va dalla lotta al Parkinson al calcolo del

rapporto costi-benefici per le tecnologie ospedaliere, puntando sulla collaborazione tra Paesi Ue. Il Forum di Gastein, dal 6

al 9 ottobre, sceglierà il programma vincitore
di SARA FICOCELLI
ROMA - C'è anche l'Italia tra i Paesi che parteciperanno all'edizione 2010 dello European Health Award, il premio assegnato

ogni anno al miglior progetto medico-scientifico di livello europeo. Il nostro Paese concorrerà con programmi di ricerca su

dolore cronico, tecnologizzazione dei reparti e lotta al fumo e all'alcolismo.
Dal 6 al 9 ottobre la cittadina austriaca di Bad Hofgastein, 5.800 anime a sud di Salisburgo, ospiterà il fior fiore della

ricerca con lo European Heath Forum 1, prendendo in esame la "futuribilità" di sei progetti pronti a innovare il sistema

sanitario del Vecchio continente. La rosa finale è stata selezionata fra 10mila programmi, accomunati da un unico requisito,

la cooperazione di almeno due Paesi Ue.
L'iniziativa ha due punti di forza: da un lato la possibilità, per le strutture di ricerca, di condurre i progetti con fondi

europei e dall'altro l'opportunità di avvalersi dell'esperienza e delle idee di specialisti che lavorano in realtà

circoscritte, in grado di affrontare i problemi trattati in modo più attento e controllato. "Se non ci sono fondi non si va

da nessuna parte - dice Günther Leiner, presidente dell'European Health Forum Gastein e capo della commissione giudicante -

ma senza l'iniziativa dei singoli gli studi non sarebbero neanche partiti. Con questo appuntamento annuale vogliamo

dimostrare che la cooperazione sanitaria internazionale può migliorare la qualità della vita dei singoli pazienti in modo

concreto".
L'obiettivo principale del premio è quello di eliminare le ineguaglianze nell'accesso all'assistenza sanitaria. La maggior

parte dei progetti ha infatti nella comunicazione il punto di partenza e affronta il problema dell'accesso ai servizi con un

approccio innovativo: per far sì che tutti abbiano le stesse possibilità, è necessario che tutti vengano informati nello

stesso modo. Ecco dunque di seguito i sei progetti finalisti.
La Global alliance for chronic diseases 2 è appunto una piattaforma informativa e assistenziale sui disturbi cronici non

trasmissibili, creata grazie alla collaborazione di tutti e 27 i Paesi dell'Ue. Secondo i dati raccolti dai centri di ricerca

che aderiscono al progetto, entro i prossimi dieci anni 388 milioni di persone moriranno di infarto, diabete, cancro e

disturbi cardiovascolari. L'80% di queste malattie è prevenibile, ma se i sistemi sanitari non interverranno nel modo giusto

la spesa che i Paesi dovranno sostenere in terapie (in molti casi destinate a non andare a buon fine) ammonterà a centinaia

di miliardi di dollari (558 per la Cina, 33 per l'Inghilterra e 237 per l'India). Per agire sulla prevenzione, le dieci

organizzazioni europee specializzate nel monitoraggio e nell'assistenza dei malati cronici si sono alleate, creando un fronte

comune di consulenza e influenza politica nei confronti delle strutture sanitarie del continente.
Un'altra piaga per la sanità internazionale è il morbo di Parkinson, malattia degenerativa che solo in Italia colpisce

200mila persone, con circa 10mila nuovi casi l'anno. La Parkinson's Awareness Campaign 3è una campagna di informazione che

coinvolge Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Norvegia, Romania, Spagna, Slovenia, Slovacchia, Turchia e Regno

Unito. Un sito internet, una rivista distribuita negli ospedali e scaricabile in pdf dalla rete, specialisti convenzionati

che rispondono gratuitamente alle domande dei pazienti e li indirizzano verso gli istituti più adatti: questo servizio

capillare, che mette in contatto tra loro le strutture di 13 Paesi europei, permette a un malato che vive in Turchia di

comunicare con uno specialista inglese, e viceversa.
L'EUnetHTA Join Action 4 è un network europeo per la monitorizzazione degli strumenti tecnologici di cui sono dotati gli

ospedali. Al progetto aderiscono 23 Paesi membri e lo scopo è quello di effettuare dei controlli incrociati sul rapporto

costi-benefici dei macchinari che vengono acquistati. Il progetto Healthacross 5 è invece nato dalla necessità della Boemia

del Sud e dell'Austria di collaborare per rendere più efficienti i reciproci sistemi sanitari. L'ospedale più vicino alla

cittadina boema di Ceské Velenice, al confine con l'Austria, si trova infatti a 60 km dal centro, e per gli abitanti è più

comodo fare riferimento a quello di Gmünd, in territorio austriaco. Il progetto di cooperazione ha reso possibile il

trasferimento delle emergenze della cittadina boema all'ospedale austriaco, e rappresenta la fase di start-up di un più ampio

programma di cooperazione socio-sanitaria tra i due Paesi.
L'Italia ha seguito con interesse soprattutto il quinto dei progetti in gara, lo Smokefree class competition 6, che

coinvolge, oltre al nostro Paese, anche Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Lussemburgo,

Olanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Lo scopo del programma è quello di sensibilizzare i ragazzi ai

danni del fumo all'interno degli istituti scolastici, con seminari, lezioni, corsi di approfondimento per gli insegnanti,

opuscoli e materiale informativo online. Il progetto prevede il coinvolgimento diretto di studenti, genitori e corpo

insegnante.
L'ultima delle collaborazioni di ricerca riguarda la lotta all'alcolismo, un flagello i sistemi sanitari di tutti i Paesi del

mondo. L'abuso di alcol è causa del 7,4% di tutti i disturbi della salute e delle conseguenti morti premature nell'Unione

Europea. Una "fabbrica di malattie" che costa ai Paesi Ue mediamente 125 miliardi l'anno. Il FASE Project 7 punta a stimolare

il più possibile nei Paesi membri la ricerca su danni e cause del "social drinking", affrontando anche il problema del

marketing legato alle sostanze alcoliche. I risultati degli studi verranno poi utilizzati per intervenire a livello

istituzionale, proponendo strategie di lotta e prevenzione a livello politico. I Paesi partecipanti sono Austria, Belgio,

Repubblica Ceca, Germania, Finlandia, Francia, Regno Unito, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Norvegia, Polonia, Slovenia,

Slovacchia, Spagna, Svezia e Svizzera. E naturalmente anche l'Italia, con i suoi 30mila decessi l'anno provocati dall'alcol.