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Fattori predittivi dell’uso di alcol: il contributo del neuroimaging

Fattori predittivi dell’uso di alcol: il contributo del neuroimaging

Fattori predittivi dell’uso di alcol: il contributo del neuroimaging

Fonte: The American Journal of Psychiatry,

Titolo originale e autori: Squeglia LM, Ball TM, Jacobus J et al. Neural Predictors of Initiating Alcohol Use During Adolescence. The American Journal of Psychiatry, Published online: August 19, 2016.-

L’assunzione di alcol da parte dei minorenni è riconosciuto essere un problema di salute pubblica e sociale estremamente rilevante. Nonostante l’identificazione dei soggetti a rischio possa avere implicazioni positive in ottica di prevenzione, ad oggi poche indagini hanno esplorato i precursori a livello individuale dell’uso di sostanze in fase adolescenziale.
Uno studio condotto da ricercatori dell’Università della California (USA) ha coinvolto 137 giovani fra i 12 e i 14 anni che affermano di non aver mai fatto uso di sostanze psicoattive. I giovani, dopo aver svolto test neuropsicologici, sono stati sottoposti a risonanza magnetica strutturale e funzionale (sMRI e fMRI), con successivi follow up a scadenza annuale. A 18 anni, il 51% del campione (71 giovani) è risultato assumere alcol in quantità rilevante, mentre 67 soggetti sono rimasti non utilizzatori.
Dai risultati è emerso come il modello predittivo elaborato dai ricercatori sia accurato (74%), con una buona sensibilità (74%) e specificità (73%). Esso contiene 34 fattori predittivi dell’uso di alcol entro i 18 anni, inclusi fattori demografici e comportamentali (essere maschio, avere un elevato status socio-economico, incontri affettivi precoci, comportamenti esternalizzanti e aspettative positive rispetto all’alcol), basse performance nei test esecutivi e, a livello di neuroimaging, cortecce più sottili ed una minore attivazione nelle regioni cerebrali.
I ricercatori sottolineano, in conclusione, come l’inclusione dei dati derivanti dai test neuropsicologici e dalla risonanza magnetica strutturale e funzionale contribuisca significativamente ad accrescere l’accuratezza del modello. I risultati forniscono infatti evidenza che tali dati possano essere utilizzati per predire con più accuratezza comportamenti futuri, rispetto al solo uso di dati demografici.

http://www.dronetplus.it/comunicazioni/res_news.php?id=3255

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)