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Gorizia: necessari spazi originali per i giovani

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«Anche a Gorizia ci vogliono spazi originali per i giovani che, al di là dei bar e della "strada", non hanno altro» Ad affrontare nuovamente il discorso della carenza di luoghi di ritrovo giovanili è il presidente dell'Adoc, Ugo Previti, il quale esprime preoccupazione per le notizie relative a un consumo sempre più elevato di droga e di alcol. «Di fronte a queste problematiche il dibattito scatenatosi sulla chiusura anticipata dei locali, determinata dall'ordinanza antischiamazzi, è assolutamente limitativo - afferma Previti -, perché non entra minimamente nel "cuore" della questione giovani, ovvero del disagio che spinge molti ragazzi, così qui come in altre parti d'Italia, a cercare lo "sballo" in sostanze stupefacenti o nell'alcol, a volte, com'è accaduto troppe volte, con conseguenze drammatiche. Io penso sia necessario che tutti facciano uno sforzo per cercare di affrontare questa complessa questione che deve interessare tutte le famiglie in cui ci sono giovani, anche se non sono state toccate direttamente dal problema». Per questo Previti intende mettere in campo anche l'Adoc. «Questa è un'associazione in difesa dei consumatori - ricorda - e credo che i consumatori giovani siano fra quelli che bisogna tutelare di più. Penso che fra le cose importanti da fare ci siano anche il reperimento e la gestione di spazi particolari, che invoglino i giovani a frequentarli non soltanto per bere un bicchiere insieme o per fare quattro chiacchiere. Penso, per esempio, a locali ampi, dove s'"intreccino" aree dedicate allo studio e a Internet con altre riservate alla ristorazione. Ma anche "zone" in cui si possano organizzare dibattiti e confronti, sempre collegati con il mondo giovanile. Non sto parlando di strutture istituzionali gestite esclusivamente dal pubblico, ma spazi dove quest'ultimo e il privato possano lavorare in sinergia». Per Previti queste soluzioni strutturali «operanti non soltanto la sera, ma anche durante il giorno», dovranno anche «essere un volàno d'iniziative volte, appunto, a porre i giovani al centro dell'attenzione, ma entrando direttamente nel "cuore" dei problemi, quelli che spingono tanti ragazzi ad "annegare" il loro disagio esistenziale in percorsi che portano alla droga o all'alcol. Su questo è indispensabile che si apra un confronto che veda protagonisti, oltre ai giovani stessi, anche genitori, insegnanti e le tante figure che gravitano intorno al mondo giovanile. Ma tutto deve partire dal basso, in quanto, a mio avviso, delegare queste iniziative alle istituzioni, scuole piuttosto che enti pubblici, non fa altro che deresponsabilizzare la società. Come Adoc cercherò senz'altro di dare un contributo, anche di idee, per affrontare quello che ritengo rappresenti uno dei temi più scottanti, ma anche più importanti, su cui è indispensabile discutere».