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News di Alcologia

Grosseto: alcol a ragazzina, chiuso il locale “Nirvana”

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Blitz della polizia in centro storico, 10 giorni di stop al Nirvana

Con un'amica poco più grande acquista e beve rum Gli agenti in borghese la vedono ubriaca e la portano in questura

GROSSETO. Ragazzini di buona famiglia, spesso minorenni, ubriachi fradici nelle strade a tarda sera. Una scena che si ripete spesso, nei fine settimana del centro storico di Grosseto. E che finora in troppi hanno fatto finta di non vedere o hanno voluto minimizzare. Stavolta però la polizia ha deciso di dare un segnale preciso e di intervenire. Agenti della divisione amministrativa e sociale hanno prelevato due "bambine" in preda alla sbronza, una di 15 e l'altra di 16 anni, e le hanno portate in questura. Qui hanno accertato le loro condizioni, hanno chiamato i genitori e si sono fatti raccontare cosa avessero bevuto e dove avessero comprato quella roba.

Dopodiché, per la prima volta nella storia di Grosseto a memoria d'uomo, è scattata la denuncia a carico del proprietario del locale: articolo 689 del codice penale, ovvero somministrazione di bevande alcoliche a minori di anni 16, con l'aggravante dell'ubriachezza derivata dal fatto. La pena prevista in questi casi è una contravvenzione, ma intanto il locale in questione è stato subito chiuso per ordine del questore, in base all'articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: dieci giorni di stop obbligatorio, a partire da oggi.

Riaprirà i battenti soltanto mercoledì 31 marzo, dunque, il bar "Nirvana" di via Montanara, nel cuore del centro storico cittadino, a due passi dal duomo, a metà tra corso Carducci e piazza della Palma. Un locale che - insieme a diversi altri della zona - in questi ultimi mesi è stato spesso tirato in ballo come uno dei fronti più caldi della cosiddetta "guerra dei rumori", l'estenuante polemica condita anche di esposti e intemperanze fisiche e verbali che contrappone il diritto alla tranquillità notturna dei residenti al diritto dei giovani di divertirsi e dei commercianti di fare impresa.

È qui, in via Montanara, che giovedì sera alcuni poliziotti in borghese, mescolati alla clientela, hanno messo gli occhi sulle due adolescenti grossetane. «Erano in evidente stato di ebbrezza - spiega Domenico Parisi, da due settimane dirigente della divisione amministrativa e sociale della questura - una di loro addirittura non riusciva a reggersi in piedi da sola e si muoveva tenuta su a braccia da un amico», un quindicenne a sua volta identificato dalla polizia.

I poliziotti seguono con attenzione per alcuni minuti le mosse delle due bimbe e del loro amichetto, dentro e fuori del bar. Poi, quando sono circa le undici, intervengono. Identificano il terzetto, prelevano le ragazzine, le portano in questura, le fanno parlare.

La storia si racconta in fretta. Prima la cena in pizzeria, dove le amiche bevono una birra. Poi la girata al Nirvana, dove per chiudere la serata "in allegria" prendono superalcolici: rum e pera una, sambuca l'altra, 3 euro e 50 centesimi per ciascuna consumazione. Quanto basta a mandare in tilt due bambine.

«A questo punto - continua il dottor Parisi - siamo stati costretti a intervenire». Riconsegnate le sedicenni alle rispettive famiglie, che in privato avranno da vedersela sotto l'aspetto educativo, è scattata la denuncia penale a carico dei titolari del Nirvana, seguita a stretto giro di posta dall'ordine di sospensione della licenza emanato dal questore.

Mano pesante? No, semplicemente la legge italiana (e non il regolamento comunale, che qui non c'entra niente) applicata alla lettera. Una legge che, a tutela proprio della salute dei più giovani e in qualche modo della stessa sicurezza sociale, stabilisce il divieto assoluto di vendere alcolici ai minorenni. E al tempo stesso una legge alla quale - come spesso accade in Italia - tra un occhio chiuso e l'altro pure troppe volte non "si pone mano". La questura di Grosseto, invece, ha scelto di farla rispettare. E a quanto pare in maniera costante, allo scopo di reprimere una forma di illegalità, certo, ma soprattutto di prevenire gli eccessi - sempre più frequenti - che colpiscono la "movida" grossetana. E.G.