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Il fenomeno del consumo di alcolici in provincia di Grosseto

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In occasione dell' Alcohol prevention day, la Asl 9 presenta le cifre rilevate e i programmi di educazione e prevenzione
Grosseto: L'Alcohol Prevention Day è il cuore del mese di prevenzione alcologica, che da 9 anni viene organizzato dal Ministero della Salute, a partire da un'iniziativa della Società italiana di Alcologia e dell'Associazione italiana dei Club degli alcolisti in trattamento.
A fronte di una riduzione dei consumi di alcol, costante negli ultimi decenni del secolo scorso in Italia (che partiva dai consumi più alti del mondo), infatti, le ricerche, condotte dall'Istituto superiore di sanità a partire dall'indagine multiscopo dell'ISTAT del 2003, mettono in evidenza la tendenza all'aumento dei consumi di alcol tra i giovanissimi e tra gli anziani, cioè le fasce di età tra i 15 e 25 anni e dopo i 65 anni, soprattutto donne.
Il fenomeno in provincia di Grosseto
Questi dati emergono anche a livello locale, da un'indagine (finanziata dal CESVOT, promossa dall'Associazione dei Club degli alcolisti in trattamento di Grosseto e dalla rete dei servizi), che ha coinvolto 1002 studenti delle scuole medie superiori della provincia (Ricerca Happy Hours) e che conferma la necessità della prevenzione. Tra l'altro contrariamente a quanto si ritiene, cioè che il consumo di alcol tra i giovani sia collegato ai luoghi di divertimento, la ricerca attesta che l'età del primo assaggio è sempre più precoce ed avviene prima dei 10 anni, a tavola in famiglia. I consumi dei giovani si impennano tra i 10 e i 14 anni, come conferma anche il recente "scoop" televisivo fatto da alcuni giovani grossetani.
"A 16 anni il danno è fatto. I ragazzi e le ragazze di Grosseto e provincia - spiega il coordinatore del Dipartimento per la prevenzione e la tutela del disagio, Giuseppe Corlito - consumano alcol nell'85 per cento dei casi e in dosi sicuramente dannose per individui adulti (per l'Organizzazione mondiale della sanità il gold standard per i giovani sotto i 18 anni è 0, ndr). Vale a dire 2 unità standard (20 gr di alcol puro, ndr) al giorno per i maschi, 1 unità per le ragazze. In più del 50 per cento dei casi si tratta di vino consumato ai pasti, in base alla tradizione familiare mediterranea. Gli stessi ragazzi, nel 50 per cento dei casi, nel questionario anonimo su cui la ricerca è stata condotta, hanno dichiarato di aver sperimentato almeno un episodio di ubriachezza nei 12 mesi precedenti l'inchiesta. Questa condotta a rischio è correlata con un livello di bassa autostima dei ragazzi e con livelli di rendimento scolastico insufficiente o scarso. Se questo trend non viene interrotto, il buon risultato conseguito in provincia di Grosseto negli anni scorsi (è rilevata una percentuale di bevitori problematici sotto la media regionale, soprattutto nel distretto Area grossetana, rilevata dal progetto Passi "Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia", un sistema di sorveglianza attiva condotto su base provinciale, per monitorare le abitudini di vita, ndr), è destinato ad essere sperperato, come del resto in Italia. Tutto questo conferma la necessità di un intervento preventivo".
Alcuni numeri
Dai dati sull'utenza forniti dall'Unità funzionale Dipendenze del distretto Area grossetana, negli ultimi anni emerge un costante aumento del numero di pazienti che si rivolgono all'ambulatorio alcologico. Si tratta, tuttavia, solo di quelli che decidono di intraprendere un percorso terapeutico. Una minima parte, quindi, con una media costante negli anni superiore alle 100 unità (140 nel 2009) ed un aumento della percentuale di donne dal 14,3 del 2005 al 20 per cento del 2009.
"Questi numeri - spiegano gli operatori - rappresentano comunque solo la punta dell'iceberg di un fenomeno assai più diffuso. Sono molte, infatti, le persone e le famiglie che non trovano la forza di chiedere aiuto al centro di ascolto o all'ambulatorio alcologico. L'invito è a rivolgersi alle nostre strutture, dove potranno trovare adeguato sostegno terapeutico e psicologico, nella garanzia dell'anonimato e nella piena tutela della privacy".
Per quanto riguarda il dato generale sul consumo di alcolici, tratto dall'indagine "Passi", in provincia di Grosseto si stima che oltre la metà della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche e circa 1/6 abbia abitudini di consumo considerabili a rischio, in linea con i livelli regionali e nazionali.
I "forti bevitori", quelli che secondo la definizione dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) consumano più di 2 (per gli uomini) o 1 unità alcolica (per le donne) al giorno, sono circa l'11 per cento della popolazione, contro il dato regionale del 12,5.
Se invece vengono considerate nella percentuale anche le persone "a rischio" (oltre ai "forti bevitori", anche i consumatori occasionali di quantità elevate, detti "binge drinker", e i consumatori di alcolici fuori pasto) la percentuale sale al 18 per cento, contro il 20,5 del dato regionale.
Le iniziative della Asl 9 in collaborazione con il volontariato
La Asl 9 ha messo in campo diverse iniziative, anche in collaborazione con l'Associazione dei club degli alcolisti in trattamento di Grosseto: l'Unità funzionale Dipendenze del distretto Area grossetana ha aperto un Ambulatorio di consulenza alcologica per i reparti ospedalieri e per i medici di famiglia (ambulatorio 2, Malattie infettive del Misericordia, tutti i lunedì dalle 10 alle 12; telefono 0564 483364); mentre, in collaborazione con l'ACAT, ha aperto un Centro di ascolto per le famiglie con problemi alcolcorrelati in via Don Minzoni 9 a Grosseto (il martedì dalle 15 alle 17; telefono 0564 483723).
L'Asl 9, inoltre, ha finanziato, a partire da quest'anno, una borsa di studio presso la Clinica psichiatrica dell'Università di Siena, per la formazione di uno specializzando in materia di algologia e, in collaborazione con il Centro alcologico regionale, sta varando il Progetto Ospedale senza Alcol.
L'ACAT, dal canto suo, grazie a 14 club aperti in città e in provincia (riferimento telefonico 3897808351) e attraverso un programma annuale di prevenzione e di educazione sanitaria, ha avviato una serie di iniziative centrate sulle Scuole alcologiche territoriali, rivolte in particolare alle famiglie.
Questo programma, tra l'altro, è inserito nel Piano integrato di salute del distretto Area grossetana ed è stato regolarmente portato avanti nel 2008 e nel 2009.
Inoltre altre organizzazioni di volontariato, sempre in collaborazione con l'ACAT, svolgono attività di prevenzione nelle scuole.
"Gli interventi per l'aumento dell'autostima dei giovani - commentano gli operatori della Asl 9 - sono ritenuti oggi i più promettenti per prevenire l'uso dell'alcol e delle droghe, come ad esempio i quelli centrati sulla peer education e sull'apprendimento delle abilità sociali. Ad esempio è stato prodotto uno spot televisivo su alcol e divertimento, nell'ambito del programma Pillole di salute, con lo slogan ‘Se vuoi divertirti davvero, usa la testa'. Un altro spot è in corso di realizzazione a cura dei ragazzi del corso di Grafica pubblicitaria dell'Istituto Professionale di Grosseto"
Infine, dato che una delle criticità rilevate, è il ridotto coordinamento di queste iniziative, è in funzione un Centro alcologico territoriale funzionale, che raccoglie sia gli operatori dei servizi sia i volontari dell'ACAT. L'obiettivo è coordinare le attività in un unico programma alcologico territoriale orientato verso la prevenzione, coinvolgendo gli Enti e le Istituzioni pubbliche oltre al volontariato che opera sul territorio.