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Indagine conoscitiva sui modelli di consumo alcolico negli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica

Indagine conoscitiva sui modelli di consumo alcolico negli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica

Studenti Infermieri Firenze: Corso di Laurea fattore protettivo abuso alcool

Indagine conoscitiva sui modelli di consumo delle bevande alcoliche negli studenti del CLI fiorentino.

FIRENZE. L’articolo che segue si inserisce nel mio percorso di studi ed è frutto della tesi mia di laurea. Partendo dal presupposto che l’infermiere è una figura professionale che ha la responsabilità della promozione della salute della popolazione, si è voluto comprendere come gli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica (CLI) si stessero preparando ad assumere il ruolo di futuri educatori, analizzando il loro livello di informazione e di attenzione nei confronti della tutela della propria salute, e cercando di comprendere quanto il percorso di studi abbia la capacità di influenzare positivamente i loro comportamenti di salute. Il consumo di alcolici, infatti, oltre ad essere uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cronico-degenerative è, fra questi, quello che più specificamente riguarda la salute dei giovani tra i 18 e i 24 anni, sia per la stretta correlazione che il consumo eccedentario occasionale e gli episodi di ubriachezza hanno con gli incidenti stradali, sia per il pericolo di sviluppare a lungo termine un modello di consumo a rischio.

La ricerca si è orientata in particolare a rilevare le conoscenze possedute ed i comportamenti effettivamente agiti dagli studenti infermieri rispetto al consumo di bevande alcoliche.

Background

L’alcol è il terzo fattore di rischio per la salute individuato dall’Unione Europea, secondo solo a tabacco e ipertensione. L’OMS lo ha classificato tra le cosiddette “droghe legali” in quanto è una sostanza tossica, in particolar modo per la cellula epatica, ha un potere psicoattivo, può dare dipendenza fisica e psichica, maggiore rispetto alle droghe più conosciute e dà assuefazione.
Secondo l’OMS non è possibile identificare una quantità di alcol sicura per la salute. Per definire il consumo moderato, le istituzioni sanitarie individuano livelli di consumo sotto ai quali i rischi per la salute non sono rilevabili. Attualmente questi sono: per gli uomini 2 unità alcoliche al giorno, per le donne 1 unità alcolica al giorno.

Negli ultimi anni in Italia si è assistito ad un cambiamento nei consumi di alcol per lo più dovuti alla cultura del tempo libero. Il cambiamento nel modello di consumo ha visto una diminuzione del consumo quotidiano, tipico del tradizionale modello mediterraneo, e un aumento di chi beve fuori dai pasti e occasionalmente, con un adeguamento al modello di consumo nord europeo. Questo comportamento è più pronunciato tra gli adulti fino a 44 anni e tra i giovani tra i 18-24 anni, tra i quali è forte la crescita del consumo di alcol fuori pasto. Il cambiamento riguarda anche il tipo di bevande consumate: nei giovani fino a 24 anni viene rilevato un aumento del consumo di superalcolici, aperitivi e amari, rispetto al vino. Secondo la variabile titolo di studio tra le persone di 25 anni e più, i consumatori di bevande alcoliche aumentano al crescere del titolo di studio conseguito. Il consumo quotidiano ha invece un andamento inverso, crescente al diminuire del titolo di studio. In conclusione tutti i sistemi di reportistica nazionale concordano sul fatto che i giovani di 18-24 anni sono una delle categorie in cui è più diffuso il “consumo a maggior rischio”, che comprende il consumo fuori pasto, il binge drinking (modalità di consumo che provoca un’alcolemia superiore a 0,8g/l, conseguente all’assunzione di 5 o più UA negli uomini, e di 4 o più UA nelle donne, in circa 2 ore) e il consumo abituale elevato, che riguarda però maggiormente gli adulti.

La revisione della letteratura da un lato, aveva preso in considerazione le conoscenze e la percezione del rischio derivante dal consumo di alcol nella fascia di età 18-35 anni, nella popolazione generale e in specifico tra gli studenti universitari, esaminando studi italiani e internazionali, dall’altro ha considerato documenti dei principali sistemi di sorveglianza e di monitoraggio alcol-correlati e studi italiani ed europei relativi al consumo di bevande alcoliche nella fascia di età 18-35 anni, nella popolazione generale e in specifico tra gli studenti universitari iscritti ai corsi di laurea delle professioni sanitarie.

La revisione della letteratura rispetto alle conoscenze dei giovani sull’alcol e la percezione del rischio ha evidenziato che in Europa, così come nel resto del mondo, è molto bassa la percezione del rischio legato al consumo di alcol rispetto a quello delle altre droghe. Dal report “EU citizens’ attitudes towards alcohol 2009”, emerge una scarsa conoscenza degli italiani del livello di alcol consentito alla guida dalla normativa e una bassa percezione del rischio derivante dall’alcol. Il quadro risulta confermato anche da indagini più contestualizzate, come lo studio condotto nel 2010 ad Arezzo su 437 giovani patentanti tra i 18 e i 35 anni.

Rispetto invece al consumo di alcol in popolazioni specifiche, simili al campione considerato per il nostro studio, tra gli studi non italiani, uno studio irlandese del 2011 sugli stili di vita di 182 studenti infermieri evidenzia che quasi il 95% consuma alcol, con una percentuale maggiore di bevitori tra gli studenti più “anziani” ed i maschi (100%) rispetto alle femmine (92%), le quali però, più spesso, vanno incontro ad un consumo eccedentario. Simili consumi vengono rilevati anche da uno studio condotto in Scozia nel 2006 su 186 studenti infermieri ed ostetriche. L’86,5% degli studenti ha consumato alcol nella settimana precedente la rilevazione e il 74% supera almeno 1 volta alla settimana le quantità giornaliere considerate a basso rischio. In particolare coloro che mettono in atto modelli di consumo a rischio o dannosi appartengono più di frequente alla fascia di età 17-24 anni. Il 54% beve a livelli binge e il 28,7% dichiara di bere a livelli binge in ogni occasione. Tra i lavori italiani uno studio del 2011 su 345 studenti della Facoltà di Farmacia e della Facoltà di Scienze evidenzia una popolazione in cui esiste un buon livello di consapevolezza dei danni causati dall’alcol e una percentuale di consumatori dell’82,5%, con consumi tipici di questa fascia di età. Specificamente rivolto agli studenti infermieri è invece lo studio “Are Italian nursing students healthy and having protective lifestyle behaviours? A pilot study”, del 2010, considerato il primo studio italiano sugli stili di vita degli studenti infermieri. L’indagine, condotta su un campione di 167 studenti infermieri del I° anno dell’Università degli Studi di Udine, evidenzia come il campione si consideri in buona salute, ma adotti stili di vita non salutari come fumare, consumare alcol e non praticare attività fisica. Lo studio rileva che il 75,2% ha bevuto alcol almeno una volta nella vita, mentre coloro che dichiarano di bere al momento della rilevazione sono il 53,7%. Di particolare interesse per gli aspetti comuni con il mio lavoro, se pur risalente al 1995, è uno studio condotto a Bologna che coinvolgeva 1077 studenti infermieri. Lo studio non riscontrava correlazione tra conoscenze possedute e comportamenti messi in atto. Il rischio attribuibile all’abuso di alcol risultava infatti ben conosciuto in particolare dagli studenti del II° e del III° anno, mentre il consumo di bevande alcoliche non differiva particolarmente da quello degli studenti delle scuole medie superiori. Il consumo di bevande alcoliche sostanzialmente non risultava cambiato in seguito al percorso formativo intrapreso.

Obiettivi dello studio

Rilevare le conoscenze possedute riguardo al consumo di alcol e i comportamenti di consumo delle bevande alcoliche degli studenti del I°- II°- III° anno di corso del Corso di Laurea in Infermieristica – sede di Firenze, confrontando i risultati emersi con quanto risulta in letteratura da indagini su studenti infermieri e sulla popolazione generale, nell’ipotesi che frequentare il percorso formativo per infermiere possa influenzare sia il livello di informazione sulla tematica che i consumi.

Materiali e metodi

La ricerca è iniziata con la revisione della letteratura, utilizzando la bancadati PubMed, usando come parole chiave: nursing students, lifestyle behaviours, health promotion, knowledge, alcohol consumption, drinkdriving, perception. Sono state consultate anche pubblicazioni del Censis e di ISTAT in merito al monitoraggio del consumo alcolico nella popolazione generale italiana, oltre ai report dei principali sistemi di sorveglianza nazionali e transnazionali, che hanno permesso di identificare i principali indicatori di consumo a cui far riferimento, come HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) e ARS TOSCANA, e PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), che pubblica anche approfondimenti specifici su campioni di giovani. Lo studio è stato condotto tra Maggio e Giugno 2012, con l’ausilio di un questionario anonimo, autosomministrato, composto di 43 domande, costruito tenendo conto di quanto emerso dalla revisione di letteratura.

(...omissis...)

 

Letizia Cica Infermiera

Bibliografia

(1) ISTAT, 2012, L’USO E L’ABUSO DI ALCOL IN ITALIA anno 2011, in Istat.it, disponibile in http://www.istat.it/it/archivio/59033
(2) PASSI, 2011, Rapporto nazionale Passi 2011: consumo di alcol, in PASSI, disponibile in http://www.epicentro.iss.it/passi/rapporto2011/ConsumoAlcol.asp
(3) De Abarca A.M., Pillon S.C., Nursing students’ perception regarding predicting factors of drugs use, Revista Latino-Americana de Enfermagem, 2008, Vol.16: 607-613
(4) Henriquéz P.C., De Carvalho A.M.P, Perceptions of drugs benefits and barriers to quit by undergraduate health students, Revista Latino-Americana de Enfermagem, 2008, Vol.16: 621-6
(5) Burke E., McCarthy B., The lifestyle behaviours and exercise beliefs of undergraduate student nurses. A descriptive study, Health Education, 2011,Vol. 111 Iss: 3, pp.230 – 246
(6) Watson H., Whyte R., Schartau E., Jamieson E., Survey of student nurses and midwives: smoking and alcohol use, British Journal of Nursing, 2006, 15: 1212-1216
(7) Kračmarová L., Klusoňová H., Petrelli F., Grappasonni I., Tobacco, alcohol and illegal substances: experiences and attitudes among Italian university students, Rev Assoc Med Bras 2011; 57(5):523-528
(8) Quattrin R., Zanini A., Zamolo E., Brusaferro S., Are Italian nursing students healthy and having protective lifestyle behaviours? A pilot study, Ann Ig,2010, 22: 83-88
(9) Bergamaschi A., Zanetti F., Stampi S., De Luca G., Consumption, Behaviour and Knowledge with Respect to Alcoholic Drinks in Student Nurses in the Province of Bologna, Italy, European Journal of Epidemiology, 1995, Vol. 11, No. 2, pp. 185-191

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.nurse24.it/abuso-alcool-studenti-infermieri-firenze/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)