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Intervista al farmacologo Gessa: adolescenti, sportivi e teppisti da strada più a rischio cocaina

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"Io non uso la cocaina per lo sballo. La uso come antidepressivo". Una confessione pubblica, quella di Morgan, che ha fatto gridare allo scandalo. La prima a puntare l'indice è stata Giorgia Meloni, il ministro della Gioventù è indignata: "Trovo le affermazioni del cantante sul valore benefico della droga assolutamente deliranti". Pesante anche il giudizio di Carlo Giovanardi, sottosegretario di Stato con delega al contrasto delle tossicodipendenze: "Esaltando l'uso della droga questo signore condanna a morte giovani ingenui e sprovveduti che si distruggeranno per la sua irresponsabile sete di pubblicità". Ma c'è anche chi, come l'esponente dell'Udc Adriana Poli Bortone, pensa che mettere al bando il cantante sia pura ipocrisia. Ipocriti è poi la parola che più fa capolino nei commenti postati nei siti on line dei maggiori quotidiani italiani. Argomentare l'aggettivo è semplice: si drogano tutti, nel mondo dello spettacolo e perfino in Parlamento, perché prendersela con uno dei pochissimi che ha l'onestà di ammetterlo?Che cosa pensa dal punto di vista medico Gian Luigi Gessa, farmacologo, docente di neuro psicofarmacologia all'Università di Cagliari di questa vicenda?
"La cocaina sarebbe ed è un straordinario antidepressivo, però produce dipendenza e psicomania. Senza contare che poi l'effetto antidepressivo diminuisce fino a sparire, mentre rimane la voglia di prendere la droga. La coca è una "medicina" soltanto durante la luna di miele, nei primi periodi di assunzione, quando ancora l'individuo se la gode" Lei ha anche scritto un libro dal titolo Cocaina. Per dire se la la conosci la eviti?
"Oppure te la godi. Attenzione non è una banalità: tutti i consumatori regolari di vino possono, se ne fanno abuso, diventare alcolisti . L'alcolismo è una malattia peggiore del cocainismo. Qualcuno potrebbe pensare non bisogna assolutamente bere vino. E no: se lo conosci l'alcol del vino non lo eviti ma lo usi con moderazione".Lo stesso vale anche per la cocaina?
"Sì , non tutti diventano tossicodipendenti o tossicomanici: c'è solo una percentuale di individui per i quali l'uso della droga può essere veramente pericoloso. Cioè provare a sniffare pensando che sia un antidepressivo è se viene fatto da adolescenti o da persone psicopatiche può portare alla tossicodipendenza, intesa come bisogno assoluto della droga anche se questa sostanza non produce più gli effetti desiderati".In Italia c'è un abuso della regina delle droghe?
"Secondo i dati dell'Ipsad, nel 2008 in Italia la percentuale della popolazione tra i 15 e i 64 anni che ha fatto uso di cocaina almeno una volta nella vita è del 7%. Chi l'ha usata negli ultimi 12 mesi è il 2%. Mentre chi l'ha usata negli ultimi 30 giorni  0,72 % quindi molti di meno. Chi l'ha usata nell'ultimo mese presumibilmente sono quei consumatori che ne fanno un uso abituale e fra questi potremmo trovare presumibilmente anche quelli che diventano addicted, schiavi della droga".Ma ci sono anche delle persone che potrebbero non cadere nella dipendenza?
"La maggior parte dei consumatori dell'alcaloide in realtà riesce a gestirsi per tutta la vita senza diventare tossicomani. In che senso? Questi individui magari non possono fare a meno della polvere bianca e pertanto li possiamo chiamare dipendenti, però la usano in quantità controllate per cui la loro vita non è alterata dall'uso regolare della droga. E poi se tutti diventassero tossicomanici, in pratica matti per la cocaina, gli spacciatori sarebbero rovinati". Ma ci sono degli individui più soggetti di altri a diventare addicted?
"A parte le vulnerabilità di tipo genetico, i più a rischio sono gli adolescenti, prima dei 18 anni. Per i giovanissimi il pericolo di fare un uso smoderato della cocaina è altissimo. Altra categoria vulnerabile è quella degli sportivi o per meglio chi pratica sport violenti e inoltre quelli che noi chiamiamo teppisti da strada cioè persone aggressive di natura per le quali la cocaina diventa una benzina. Anche se a dire il vero per questi la cocaina non è pericolosa, lo è per gli altri. E poi abbiamo gli psicopatici. Siccome la cocaina è un favoloso antidepressivo come giustamente ha detto Morgan, chi è depresso e la prova trova il paradiso. A questo proposito nel mio libro riporto un simpatico aneddoto: un signore molto autorevole nell'intento di dimostrare che la cocaina fa male e produce cose terribili decise di intervistare una serie persone che si trovavano perfettamente d'accordo con le sue idee, ma alla fine incontra uno che gli dice: si è vero la cocaina è la porta dell'Inferno però negli ultimi 5 anni non ho mai goduto tanto".