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Istituto di Analisi Immaginativa di Cremona: considerazioni sull'alcolismo

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Perchè sta aumentando l'alcolismo? Lo abbiamo chiesto a Mirco Carotti, psicologo, psicoterapeuta e direttore Istituto di Analisi Immaginativa di Cremona. Il problema dell'alcolismo è in forte aumento negli ultimi anni: quali motivi portano le persone a rifugiarsi nell'alcol? «Per rispondere a questa domanda non basterebbe un libro intero perciò mi limiterei a dirle che esistono molte cause che portano a ricercare o rifugiarsi dentro "qualcosa" in sostituzione di altro che l'individuo desidererebbe tanto, ma che non c'è o non può ottenere. La bottiglia è il contenitore di tutto ciò che non possiamo avere o possedere ed è di facile accesso e in certi casi anche di poco prezzo. Fondamentalmente è la droga più economica sul mercato. Preferirei affrontare l'abuso di alcol come segnale di una dipendenza comportamentale non diversa dagli stupefacenti, dal gioco d'azzardo o perché no dal superenalotto. Ogni eccesso compulsivo che non si riesce a controllare influisce sulla vita dell'individuo in questione».
Come è cambiata la figura del consumatore di bevande alcoliche? Qual è il suo profilo attuale? «Occorre fare un netto distinguo tra il consumatore e colui che ne abusa poiché è solo in quest'ultimo caso che parliamo di una persona che per stare bene sente l'impellente necessità di assumere una sostanza che riesca a colmare un profondo vuoto interiore. Nella maggior parte delle culture, l'alcol è il sedativo ad azione centrale più frequentemente usato, fortunatamente la maggior parte dei soggetti impara a moderare le proprie abitudini nel bere e non ne abusa. Attualmente non è cambiata la necessità di compensare una mancanza bensì si sono evolute le situazioni e le occasioni in cui si consuma alcol. Le cause di tutti gli stati di dipendenza, si distribuiscono tra fattori ambientali e individuali; i primi riguardano eccessive pretese o stress, la disponibilità di ciò che si desidera avere o le ricompense cui si è abituati; i fattori individuali concernono una personalità vulnerabile e/o un fragile supporto familiare. Il profilo attuale di chi abusa si sta purtroppo sempre più diffondendo tra i giovani e i giovanissimi, ma le motivazioni non cambiano ripeto, cambiano le modalità di accesso e la disponibilità attuale per queste fasce di età.
L'alcol è sempre più diffuso tra i giovani, e specialmente tra i giovanissimi: può spiegarmi la dinamica di questo fenomeno? «Anche qui occorre limitare la risposta poiché le dinamiche richiederebbero un trattato che comprenda anche un'analisi sociologica del momento che sta attraversando la nostra cultura; è evidente che in una società che evolve verso un modello di efficacia, il giovane viene posto di fronte a continue richieste di prestazioni eccellenti ed utilizzi l'alcol, di facile accesso e legale, come sedativo al fine di gestire gli elevati livelli d'ansia. Ritengo infine di sottolineare che l'alcol è solo una delle sostanze che si stanno sempre più diffondendo tra i giovani e non per questo la meno pericolosa, ma limitare a questa sostanza il campo di indagine sarebbe poco efficace per una eventuale terapia». Nonostante i rischi che si corrono, ancora molti sono coloro che si mettono alla guida dopo aver bevuto troppo; si tratta di sprezzo del pericolo o vi sono altri motivi? «In ogni caso va posta differenza tra abuso alcolico sporadico o continuato e quindi una vera e propria dipendenza. Nel primo caso il soggetto assume alcool, ad esempio quando si guida, ma è consapevole che il consumo continuativo può ledere da un punto di vista sociale; nella dipendenza, all'abuso alcolico si sommano la tolleranza, l'astinenza ed eventuale comportamento compulsivo alla ricerca dell'alcool.
Spesso il giovane consumatore è colui che abusa di alcool e spesso lo associa anche ad altre sostanze psicoattive. In alcuni casi si riscontra un superamento del limite legale consentito abnorme, pari a 2 o 3 volte il minimo, ma in tanti altri la soglia è superata di poco e in questi casi è più probabile che non ci sia consapevolezza da parte del guidatore che non riconosce in se i sintomi di alterazione ». A livello terapeutico come si può combattere questo fenomeno di forte dipendenza? «Ci sono molti percorsi terapeutici che oggi vengono applicati, ma purtroppo spesso si ottiene solo una modificazione temporanea nel comportamento dell'individuo che prima o poi ricade nell'abuso. Una terapia integrata dovrebbe prevedere oltre alla cura dal punto di vista organico anche un percorso di ricerca di ciò che l'alcol va a compensare. Non rivolgendosi all'abuso di alcol in se bensì percorrendo, insieme al paziente, una ricerca di ciò che realmente dovrebbe essere contenuto in quella bottiglia cioè la vera mancanza che la dipendenza così distruttivamente e inutilmente cerca di compensare ».