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L'Italia del gioco d'azzardo

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La lotteria è in crisi, ma scoppia il boom delle scommesse
di Giulio Giallombardo
C'eravamo tanto amati. Il Belpaese sembra non subire più il fascino della storica Lotteria Italia. Stando, almeno, al drastico calo delle vendite dei biglietti: 11,6 milioni in confronto ai 18,5 dell'anno precedente.
La cosa fa riflettere se si pensa che, fino a qualche anno fa, la ricca estrazione delle feste natalizie rappresentava uno degli eventi più attesi degli italiani. In fondo, chi non ha mai sognato almeno una volta di vincere alla lotteria di Capodanno? Eppure i superpremi prima tanto ambiti, sembrano adesso non avere più seguito. Per spiegarci i perché di questo crollo d'interesse, potremmo azzardare alcune ipotesi.
La prima ragione è sotto gli occhi di tutti: la Lotteria Italia non ha più un monopolio. Tanto più è sceso l'interesse per il concorso nazionale dal jackpot stellare, tanto più, invece, è aumentato quello per le scommesse. Ormai si può scommettere su tutto, le agenzie del gioco d'azzardo hanno letteralmente invaso le nostre città, le vincite sono più accessibili ed immediate e, soprattutto, chi gioca decide in prima persona su cosa puntare.
Così, mentre la Lotteria Italia appare distante e rende, in qualche modo, passivo chi gioca, la scommessa, al contrario, fa partecipare in prima persona, stuzzicando di più i desideri dei giocatori. In questo modo gli italiani sembrano voler diventare protagonisti attivi delle loro vincite. Sempre che alla fine arrivino.
Inoltre, adesso ciò che rende il gioco più appetibile è la facilità d'accesso e la possibilità quotidiana della vittoria. Mentre prima bisognava aspettare un anno intero per sperare di vincere somme da capogiro, ora si può vincere ogni giorno, e da qualche mese, anche ogni ora, con l'ormai noto Win for Life, l'ultimo nato in casa Sisal.
Di sicuro anche Internet è, in qualche modo, responsabile del calo d'interesse nei confronti della Lotteria Italia. Il moltiplicarsi di siti di scommesse online, Gratta e vinci virtuali, casinò e giochi vari sta ampiamente soddisfacendo la "fame" di vincite.
Tra l'altro, la crisi economica, paradossalmente, non ferma la febbre del gioco. Sembra, al contrario, che chi stenta ad arrivare alla fine del mese, investa di più nei concorsi, tra Gratta e vinci, Superenalotto e affini. Addirittura, ultimamente anche alcune amministrazioni locali hanno scommesso per sperare di colmare buchi di bilancio con vincite milionarie.
Ma secondo quanto afferma, sul Sole24ore.com, Salvatore Rizzello, professore di economia cognitiva all'Università del Piemonte orientale, "l'equazione recessione uguale più scommesse è solo un luogo comune". Saremmo di fronte ad un vero e proprio "feticcio collettivo: raggiungere la ricchezza senza fare fatica, a qualsiasi costo". Quindi, secondo Rizzello la crisi non c'entra: situazioni simili si sono avute anche in fase di crescita economica. Si tratterebbe soltanto di un fenomeno collettivo di condivisione.
Comunque, crisi o non crisi, un occhio al portafoglio non guasta mai. Del resto, "giocate responsabilmente", il monito che invita alla cautela, campeggia ovunque, nelle pubblicità o sui siti di giochi online. Un invito che però che sa tanto d'ipocrita: se tutti giocassero "responsabilmente" che fine farebbe il business milionario che ha fatto entrare in crisi la beneamata Lotteria Italia?