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News di Alcologia

La società dei camion anti sbronza

La società dei camion anti sbronza

IVREA. La società dei camion anti sbronza

La notizia potrebbe anche sembrare scaturita da una rivista di fantascienza, commento per una società immaginaria e futuribile, invece è semplicemente attuale, attualissima. Contro l’inarrestabile fenomeno dei giovani ubriachi l’Nhs, il Servizio Sanitario Inglese, ha tentato di correre ai ripari avvalendosi della tecnologia.

L’occasione per una sperimentazione dell’iniziativa messa a punto sono stati proprio i recentissimi festeggiamenti di Capodanno. La panacea che si è ritenuto di mettere in atto consiste nell’utilizzo dei cosiddetti “DRUNK TANK”, una sorta di grosso camion, di colorazione esterna verde, anti-sbronza, sui quali vengono “assistiti” i tanti che, la situazione non è certo circoscritta al Capodanno ma vale per tutti i weekend, “esagerano” con l’alcool. Il bello, si fa per dire, della vicenda è che, a cominciare dal responsabile dell’Nhs, Simon Steven, suddito della Corona Inglese, l’aspetto che più inquieta, dei tanti che si attaccano alla bottiglia, è quello della manifesta “irresponsabilità” con la quale essi finiscono per incidere pesantemente sul bilancio del sistema sanitario e intasare i Pronto Soccorso del notoriamente civilissimo Paese.

Preso atto di certi dati pervenuti, sarebbe interessante confrontare le statistiche inglesi anche con quelle di casa nostra. Nel paese della Perfida Albione si calcola che circa il 15% degli ingressi al pronto soccorso, sia attribuibili a casi di avvelenamento da alcolici e che questa percentuale salga sino al 70% nelle notti di venerdì e sabato. Se i risultati della sperimentazione con i mezzi attrezzati per il primo trattamento darà buoni frutti, l’applicazione diverrà sistematica e il problema si potrà ritenere risolto.

Magari anche con un bel “God save the Queen”! E noi come siamo messi? I dati sono fermi al 2016, anno nel quale in Italia, secondo l’Istat, l’abuso di alcool ha riguardato 8,5 milioni di persone, con un incidenza di 2,5 milioni di donne.

L’aspetto più grave è che la fascia d’età attorno ai 17 anni, che è quella che più rischia sotto il profilo della saluta, in quanto l’organismo a quell’età non è in grado di metabolizzarlo, incide con un 22,9% che la dice tutta. A scatenare le statistiche ci ha pensato l’introduzione diffusasi stabilmente anche nel nostro Paese, della moda del “binge drinking”, l’assunzione di più bevande alcooliche, spesso intrugli non meglio identificati, in un intervallo di tempo più o meno breve, con ubriacatura immediata e perdita di controllo. La generale opinione degli utenti che si dedicano a questa modalità del bere pare condizionata dall’ottenimento di uno stato di ebbrezza con alterazioni dell’umore e limitazione dell’attività inibitoria. Una sorta di liberazione, da cosa non è dato a sapersi. Certo al successo, anche qui si fa per dire, della drammatica abitudine contribuisce una campagna pubblicitaria per la quale trangugiare un liquore a canna è sicuramente un segno di virilità per i maschi e di sensualità per le femmine (mi scuso con gli altri sessi, ma per mettere in risalto la presente storia bastano e avanzano quelli tradizionali).

A differenza del gioco d’azzardo per cui almeno vengono spese brevi parole di avvertimento pronunciate in tutta fretta, per l’alcool non pare doveroso neppure segnalare che l’abuso può fare un ciccinino male, magari non subito, ma qualche anno più avanti.

Ma queste evidentemente sono ormai solo pretese di esagerati conformisti, allora ci dovrebbe pure essere un governo in grado di mettere in riga gli interessi delle multi nazionali dell’alcool, come quelle del gioco, e te lo voglio proprio vedere!!! Comunque, appena superata la data fatidica del 31 dicembre 2017 e dimenticati i bagordi del Capodanno 2018, siamo ormai alle porte di un altro evento di grande rilievo che interesserà soprattutto le nostre contrade.

Il Carnevale, lo Storico Carnevale di Ivrea. E sarà una buona occasione per capire qualche aspetto sociale del fenomeno sopra segnalato. Già perché a quanto pare in genere i giovani si ubriacano più frequentemente per ragioni positive con l’intento di enfatizzare uno stato d’animo già positivo, proprio come potrebbe essere quello di una grande festa, più che per ragioni negative, come quelle di non pensare ai propri problemi o superare un senso di inadeguatezza. Un altro aspetto che meriterebbe una approfondita valutazione è infine quello legato allo status socioeconomico della famiglia di provenienza.

Insomma comprendere quanti soggetti sono inclini ad una forma di bere farmacologico, con cui si pensa di compensare con l’alcool un disagio e si vuole intenzionalmente alterare il proprio stato di coscienza.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.giornalelavoce.it/ivrea-la-societa-dei-camion-anti-sbronza-283289

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)