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Le leggi antifumo salvano la vita: i dati di una ricerca canadese

Le leggi antifumo salvano la vita: i dati di una ricerca canadese

fonte: Canadian Medical Association Journal
L'aumento di luoghi dove il fumo è vietato consente di difendere i non fumatori e di conseguenza aiuta a diminuire la

percentuale di ricoveri ospedalieri per patologie correlate all'uso di tabacco. Questo, il risultato di uno studio pubblicato

sulla rivista Canadian Medical Association condotto presso l'Institute for Clinical Sciences di Toronto. Diversamente da

altre precedenti ricerche, questa ha riguardato l'incidenza di ricovero in ospedale per patologie respiratorie o

cardiovascolari, dopo l'adozione di leggi antifumo. Lo studio, condotto nel corso di 10 anni, ha riguardato i 15 più vasti

comuni dell'Ontario e l'ospedale di Toronto. Il metodo per la misurazione statistica delle percentuali di ricovero nelle

diverse fasi del divieto di fumo è stato l'ARIMA (AutoRegressive Integrated Moving Average) e due comuni, in quel momento

privi di legislazione antifumo, hanno fatto da "città controllo". La normativa contro l'uso di tabacco è stata emanata in tre

fasi diverse: in un primo momento ha riguardato gli uffici pubblici e i luoghi di lavoro, poi i ristoranti ed infine i bar,

le sale biliardo e bingo. La relazione tra norme antifumo e diminuzione di patologie cardiovascolari e respiratorie correlate

all'uso di tabacco è stata significativa: i ricoveri dovuti a patologie cardiovascolari sono diminuiti del 39%, quelli legati

a problemi respiratori sono diminuiti del 33%. La diminuzione di ricoveri più evidente si è evidenziata durante la seconda

fase dell'applicazione delle leggi. I risultati della ricerca canadese rafforzano l'importanza di questi divieti per la

salute pubblica ed evidenziano anche i danni provocati dal fumo passivo.
Naiman A., Glazier R. H., Moineddin R., Association of anti-smoking legislation with rates of hospital
admission for cardiovascular and respiratory conditions, Canadian Medical Association Journal, 2010, 182: 761 - 767