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Massachusetts General Hospital: la carenza di vitamina D può indurre all'uso di oppiacei

Massachusetts General Hospital: la carenza di vitamina D può indurre all'uso di oppiacei

Vitamina D: la carenza aumenta il desiderio di ricorrere alle droghe e la ricerca del Sole

Una carenza di vitamina D potrebbe indurre l'uomo ad esagerare con l'esposizione solare e ad aumentare la dipendenza e il desiderio di consumare sostanze oppiacee

Secondo quanto emerso da un nuovo studio del Massachusetts General Hospital (MGH), sembrerebbe che una carenza di vitamina D, potrebbe aumentare il desiderio di ricorrere all’uso di oppiacei e amplificherebbe gli effetti delle droghe. Questo potrebbe portare ad un aumento del rischio di dipendenza da queste sostanze dannose per la nostra salute.

Oltre che alla ricerca di oppioidi, la carenza di vitamina D induce anche un certo comportamento di ricerca del sole. Il team di ricercatori suggerisce quindi che l’assunzione di integratori di questo nutriente sia utile per aiutare a combattere quella che gli scienziati descrivono come “una attuale epidemia di oppioidi”.

La carenza di vitamina D fa aumentare il desiderio di oppiacei

Il team, guidato da David E. Fisher, MD, PhD, direttore del Mass General Cancer Center’s Melanoma Program e direttore del Cutaneous Biology Research Center (CBRC) ha concluso nel suo articolo che i “dati suggeriscono una relazione inversa, dose-dipendente tra la segnalazione di Vitamina D e l’uso di oppioidi, indipendentemente dai fattori scatenanti noti dell’uso di oppioidi”.

Negli Stati Uniti sembra infatti che negli ultimi anni il disturbo da uso di oppiacei (OUD) sia diventato molto, troppo, comune e che rappresenti una vera sfida per i medici ed il sistema Sanitario. Da un sondaggio del 2018 è emerso che circa 10,3 milioni di persone di età pari o superiore a 12 anni hanno abusato di oppioidi nell’ultimo anno e 2 milioni di persone hanno sofferto di OUD.

Proprio per questo, secondo i ricercatori, è necessario affrontare questo problema non solo con trattamenti e terapie, ma anche intervenendo sui fattori ambientali e la cause prevenibili che portano alla OUD.

La connessione tra vitamina D, sole e oppiacei

Sembra inoltre che anche l’abitudine e la continua ricerca della “tintarella” possa diventare una dipendenza. Secondo alcuni studi infatti, alcune persone sviluppano il desiderio di prendere il sole con comportamenti che rispecchiano quelli di tossicodipendenti da oppiacei.

Nel 2007 Fisher scoprì a questo proposito che l’esposizione ai raggi UV, e in particolare ai raggi UVB, fa sì che la pelle produca endorfina, un ormone chimicamente correlato alla morfina, all’eroina e ad altri oppioidi che attivano tutti gli stessi recettori in il cervello e che induce un senso di euforia. Sembra dunque plausibile che le persone ricerchino il sole, quando in realtà sentono il bisogno di endorfine.

Fisher si è dunque chiesto che cosa spinga l’uomo ad esporsi alle radiazioni solari in modo prolungato e compulsivo, dato che queste sono spesso pericolose per la nostra pelle e cancerogene. Secondo Fisher l’unica spiegazione del motivo per cui gli esseri umani e altri animali cercano il sole è che l’esposizione ai raggi UV è necessaria per la produzione di vitamina D, che i nostri corpi non possono produrre autonomamente.

Questa teoria ha portato Fisher e i suoi colleghi ad ipotizzare che la ricerca del sole sia guidata dalla carenza di vitamina D, con l’obiettivo di aumentare la sintesi dell’ormone per la sopravvivenza, e che la carenza di vitamina D potrebbe anche rendere il corpo più sensibile agli effetti degli oppioidi, contribuendo potenzialmente alla dipendenza.

“La carenza di Vitamina D potrebbe sensibilizzare gli individui agli oppioidi esogeni (indipendenti dai raggi UV), contribuendo alla dipendenza da oppiacei“, hanno infatti affermato i ricercatori.

Gli esperimenti sui topi sembrerebbero dimostrare la relazione

Per la loro nuova ricerca Fisher, assieme a Lajos V. Kemény (MD, PhD, ricercatore post-dottorato in dermatologia presso MGH e autore principale dell’articolo) e ad un team multidisciplinare di diverse istituzioni hanno affrontato la questione sotto due diversi aspetti.

In una parte della ricerca, dei topi sani sono stati confrontati con individui carenti di vitamina D, scoprendo “che la modulazione dei livelli di vitamina D modifica molteplici comportamenti di dipendenza sia dai raggi UV che dagli oppioidi”, come spiega Kemény.

Egli aggiunge anche che “quando i topi sono stati condizionati con dosi modeste di morfina, quelli carenti di vitamina D hanno continuato a cercare il farmaco, mentre questo comportamento era meno comune tra i topi normali. Quando la morfina è stata poi ritirata, i topi con bassi livelli di vitamina D avevano molte più probabilità di sviluppare sintomi di astinenza.”

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://focustech.it/2021/06/20/la-carenza-di-vitamina-d-aumenta-il-desiderio-di-ricorrere-alle-droghe-e-la-ricerca-del-sole-535692

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)