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Monell Chemical Senses Center: passione per gli zuccheri e meccanismi di dipendenza

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La voglia di dolce è comune ad ogni bambino, e non solo. Tuttavia, secondo una recente ricerca statunitense il bambino che cerca con troppa insistenza una fetta di torta o una merendina potrebbe avere da adulto problemi di depressione o anche di dipendenza da alcool o psicofarmaci.
A sostenerlo, un'équipe di ricercatori guidati da Julie Mennella del Monell Chemical Senses Center, i quali hanno pubblicato uno studio sulla rivista specializzata in problemi di dipendenza Addiction. Stando ai risultati della ricerca, la passione dei più piccoli per i dolci costituirebbe in realtà il sintomo chiaro di un problema psicologico che potrebbe svilupparsi in futuro.
Secondo i medici, il consumo di cibi zuccherati attiverebbe il meccanismo della ricompensa presente nel cervello e il rilascio di oppioidi endogeni, precondizione essenziale per provare piacere.
In un certo numero di casi, questo processo arriva ad instaurare un circolo vizioso di dipendenza che, in futuro, lascerebbe spazio ad altre e più pericolose fonti di piacere, come l'alcool ad esempio.
Nell'ambito della ricerca, l'équipe americana ha sottoposto un campione di 300 bambini fra i 5 e i 12 anni (la metà dei quali proveniente da famiglie con problemi di alcoolismo) a una sperimentazione che consisteva nell'assaggiare bevande dolci con diverse quantità di zucchero al loro interno, misurando i diversi livelli di piacere raggiunto dai bimbi.
Chi preferiva la bevanda più zuccherata aveva anche alle spalle una storia familiare di alcoolismo e presentava leggeri sintomi depressivi. Julie Mennella spiega così quest'associazione: "sappiamo che il gusto dolce provoca ‘ricompensa' per tutti i bambini e aiuta a farli sentire meglio".
Una ricompensa che potrebbe però trasformarsi in un problema serio se non contrastata in maniera adeguata, come hanno tenuto a sottolineare gli stessi scienziati americani.