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Mori (TN): il vino arriva sulle tavole anche all'asilo

Mori (TN): il vino arriva sulle tavole anche all'asilo

Passi la pubblicità in televisione, passino gli amministratori che si fanno cogliere in fallo dall'etilometro, ma non può

passare il vino in tavola alla cena di un asilo. Lo dicono a gran voce le famiglie dei club dell'Acat «Montalbano» di Mori,

facendo riferimento ad una serata ospitata in questi giorni alla scuola materna "Peratoner" nella borgata. «All'asilo -

scrive la presidente delle famiglie Cat Sara Foradori - si è svolta una cena aperta a genitori, nonni e bambini in cui vi era

la presenza di alcolici. Come club delle famiglie con problemi di alcol non possiamo che esprimere il nostro disappunto

rispetto a questa caduta di stile che offende il nome e gli obiettivi della scuola stessa. Crediamo che educare significhi

anche tutelare la salute e il benessere mettendo in discussione anche gli atteggiamenti e le abitudini che nascondono di

fatto potenziali rischi soprattutto per quanto riguarda il consumo di alcolici. I bambini non hanno sicuramente bisogno di

identificare nella bottiglia o nel cartone di vino segnali "famigliari" da memorizzare. Il nostro punto di vista non vuole

essere un fondamentalismo ideologico ma un monito a perseguire ciò che sostiene da anni l'Oms rispetto al consumo di alcolici

e alla tutela dei minori rispetto alle droghe legali e illegali. La legalità, la liberalizzazione e l'accettazione

incondizionata della cultura alcolica prevalente va rivista a cominciare dall'esempio che può e deve dare l'adulto da sempre

educatore rispetto agli stili di vita dei minori. Ci si potrebbe allargare anche al fumo in tale contesto educativo anche

perché riteniamo ridicolo riservare spazi per tale consumo a ridosso delle zone riservate ai bambini. Il pretendere a gran

voce che nelle strutture pubbliche vi siano regole in tal senso significa sensibilizzare di più la comunità stessa inducendo

ad una revisione comportamentale personale e della famiglia anche se con tempi che potrebbero rivelarsi lunghi. Speriamo -

conclude Foradori - che questo nostro appunto sia accolto con la dovuta serenità da parte degli educatori e delle famiglie».