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National Institutes of Health: correlazione tra ipertensione e consumo di alcol

National Institutes of Health: correlazione tra ipertensione e consumo di alcol

Ipertensione e alcol: è vero che bere di meno la riduce?

 

È il risultato della prima revisione sistematica dopo 15 anni, pubblicata su The Lancet. "È importante proporre politiche mirate verso questi gruppi di popolazione" chiosano gli esperti.

Tanto sappiamo sulle conseguenze nefaste dell’abuso di alcol sull’aumentato rischio di ipertensione, tanto poco sappiamo dei reali benefici che una conseguente riduzione del consumo di alcol può portare quanto a regolamentazione della pressione sanguigna.

Lo evidenzia una revisione sistematica sull’argomento pubblicata qualche giorno fa su The Lancet, finanziata dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism del National Institutes of Health (NIH) britannico, che per la prima volta fa il punto della situazione. La conclusione è che le conseguenze positive, in termini di ipertensione, di una riduzione del consumo massiccio di alcol si vedono chiaramente in chi beve molto, e molto meno nei consumatori moderati nei paesi ricchi. Un dato che vale sia per gli uomini che per le donne, pur possedendo per queste ultime dati più frammentati, poiché solo 3 trials comprendevano anche le donne. La revisione ha abbracciato 36 studi condotti negli ultimi anni per un totale di 2865 participanti, di cui 2464 uomini e 401 donne.

Nelle persone che bevono in media 1-2 drink al giorno, consumare meno alcol non porta infatti in media a una significativa riduzione della pressione sanguigna, cosa che invece si osserva in chi consuma più di due bicchieri al giorno ed è particolarmente evidente nei forti bevitori, cioè in chi beve in media oltre 6 bicchieri al giorno. La presenza delle donne è un elemento di novità di questa revisione. L’ultima review in materia risaliva a 15 anni fa e non distingueva per sesso, che è invece un fattore importante da considerare – chiosano gli esperti – perché le donne e gli uomini metabolizzano l’alcol in modo diverso a causa delle differenze nella distribuzione del grasso corporeo e delle dimensioni del corpo.

I ricercatori hanno considerato un consumo medio di 15 grammi giornalieri di alcol puro in chi consumava 2 drink al giorno, 30 in chi ne beveva 3, 49 in chi ne beveva 4-5, e 76 grammi al giorno per chi ne consumava sei o più. La percentuale di riduzione del consumo di alcol è diversa a seconda della tipologia di bevitore: per i primi, chi cioè consuma un massimo di 30 grammi di alcol puro al giorno, la riduzione ha significato smettere di bere, mentre per i bevitori più forti semplicemente una diminuzione delle dosi: da 49 a 9 grammi i primi e da 76 a 44 grammi i secondi. Come si rilevava in apertura, però, sono questi ultimi, i forti bevitori, a vedere un maggiore miglioramento dei valori pressori in percentuale.

 

Si tratta di un risultato molto interessante in termini di politiche sanitarie, che ci fa riflettere sul fatto che anche lavorare per migliorare le abitudini di vita di chi sta peggio ed è più a rischio può portare grandi benefici. Per il Regno Unito – affermano gli autori – i risultati di misure contenitive del consumo di alcol in queste persone si tradurrebbero in oltre 7000 ricoveri ospedalieri e 678 decessi per malattie cardiovascolari in meno ogni anno.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.agoravox.it/Ipertensione-e-alcol-e-vero-che.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)