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Pavia, alcol e rumore: monito dell Ascom

Pavia, alcol e rumore: monito dell Ascom

PAVIA. «Il rischio è che si condanni una categoria prima di concederne le difese». Il tema "alcolici e rumore" da limitare,

se non vietare, fa intervenire l'Ascom di Pavia, che al Comune chiede cautela. «Non è interesse dei baristi creare più caos -

spiegano i vertici -. E' buona la proposta di non servire alcolici in bottiglia». L'Ascom ha partecipato, come i

rappresentanti di Confesercenti e dei pubblici esercizi cittadini, all'incontro organizzato dal Comune per trovare strategie

che ridimensionino il fenomeno dell'abbandono di bottiglie (soprattutto di birra) nelle vie e piazze del centro. Le scalinate

di piazza Duomo e piazza del Carmine cosparse di "vuoti a rendere" che spesso si trasformano in cocci di vetro, hanno fatto

intervenire il sindaco Alessandro Cattaneo e l'assessore al Commercio Pietro Trivi preoccupati, come del resto per le

proteste che scaturiscono dal sottofondo di schiamazzi notturni presenti soprattutto nei giorni di mercoledì, venerdì e

sabato. I commercianti hanno proposto, e il Comune ha detto sì, un accordo di programma che impegni entrambi a raggiungere in

breve tempo il risultato di frenare il consumo di alcol e la produzione di rumori in strada. «E' buona la proposta di non

servire alcolici in bottiglia, ma nei bicchieri - sottolineano i vertici dell'Ascom -. Ma non sappiamo fino a che punto le

bottiglie che si trovano per strada arrivino dai bar. Chi beve sui gradini di piazza Duomo arriva da casa direttamente con la

bottiglia». «Come intervenire? Si può ricordare la massima secondo la quale "non sono le pistole che ammazzano, ma è l'uomo

che le usa", perchè vale anche in questo caso - prosegue l'Ascom -. Se non si dice alle persone che comporamenti come questi

non rispondono al senso civico che dovrebbe animare la collettività, la situazione non può cambiare. Manca un po' di

attenzione dei consumatori per la città in quanto tale». Ascom si dice favorevole all'idea di sottoscrivere un accordo di

programma. «Ma prima vediamo cosa ci sarà scritto», precisa. Aggiungendo: «L'importante è non criminalizzare i baristi perchè

vendono alcolici, come si fa con gli armieri perchè vendono le pistole. I baristi sono proprio lì per vendere. E poi ci si

lamenta del fatto che Pavia è vuota e sta morendo». Questo, secondo l'associazione commercianti di Pavia «vale anche per il

problema dei rumori, perchè al quartiere Vallone di schiamazzi non se ne sentono». L'Ascom tiene una posizione che ricalca

quella di molti baristi cittadini. I quali a loro volta puntano il dito contro i supermercati perchè «vendono alcolici, e sin

dal pomeriggio chi vuole consumarli non deve far altro che passare alla cassa». E chiedono al Comune che ogni nuovo

provvedimento sia accompagnato dai controlli.