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Provincia di Trento: alcol ai minori, stop anche nei negozi

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Megacentri, decide la Provincia «Norma già nel Pup, ma elusa»
TRENTO. Freno alla proliferazione dei centri commerciali, incentivi al recupero dei centri storici, più libere le medie strutture di vendita. E l'innalzamento da 16 a 18 anni del divieto di vendita di alcolici nei negozi, dopo che la norma, con l'ultima finanziaria, era stata introdotta per i bar. Ieri la giunta provinciale ha varato la riforma della legge 4 del 2000, la normativa sul commercio, con un vero e proprio «testo unico» della materia. Che recupera la trascurata e «elusa» norma sui megacentri contenuta nel Piano urbanistico provinciale 2008. «La partita più innovativa della riforma è quella che riguarda la programmazione commerciale - afferma l'assessore provinciale Alessandro Olivi - Serviva una profonda discontinuità soprattutto sul versante delle grandi strutture, dove il meccanismo dei contingenti ha permesso di fatto una proliferazione incontrollata di centri commerciali». Una novità importante della nuova legge è che i centri commerciali al dettaglio e i parchi commerciali vengono equiparati agli ipermercati. La dinamiche distorte individuate da Olivi sono quelle per cui attorno ad un contingente di 1.500-2.000 metri quadri nasce un centro commerciale molto più grande, come, per citare le polemiche di queste settimane, il nuovo centro di Lavis da 7.000 metri quadri o il Global village di Mori da 10 mila metri quadri. Ora si cambia. «Confermiamo la liberalizzazione per il vicinato - spiega Olivi - Per le medie strutture introduciamo il nuovo limite di 300 metri quadri nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e procediamo ad una deprogrammazione, nel senso che l'insediamento dipenderà solo dalla programmazione urbanistica e non da contingenti commerciali». Poi la novità per i megastore: «Sulle grandi strutture la regìa passa direttamente alla Provincia». Come, peraltro, era già previsto nel Pup approvato nel 2008, una norma, ammette Olivi, sostanzialmente elusa. La stima quantitativa della grande distribuzione adeguata al Trentino, con una programmazione quinquennale, verrà quindi fatta direttamente da Piazza Dante, che gestirà gli insediamenti delle strutture superiori a 10 mila metri quadri. Per quelle inferiori, la palla passa alle Comunità di valle, che avanzeranno le richieste alla Provincia e, una volta ottenuto il via libera, metteranno a gara la struttura. «Tra i criteri del bando - sottolinea Olivi - verrà data priorità assoluta, con punteggi molto elevati, all'utilizzo del patrimonio esistente e all'insediamento nei centri storici». O, come sono definiti ora, i luoghi storici del commercio. Altri criteri faranno riferimento all'occupazione, all'impatto ambientale, alla valorizzazione dei prodotti tipici. L'altra novità della legge è la nuova regolamentazione delle aperture dei negozi in deroga, che ha già scatenato un vivace dibattito a proposito delle domeniche lavorative. «In questo caso puntiamo sull'autonomia e la responsabilità dei Comuni - dice Olivi - Possono scegliere se essere riconosciuti come centri ad attrazione commerciale, possono decidere quali e quante aperture in deroga fare da zero a 40, possono graduare le aperture anche per singole porzioni del territorio». Il Comune, in sostanza, potrà sperimentare soluzioni diverse anche anno per anno. Francesco Terreri