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Regione Emilia-Romagna: sensibilizzazione contro il fumo

Regione Emilia-Romagna: sensibilizzazione contro il fumo

Gli uomini fumano di piu', ma le donne fanno piu' fatica a smettere. Nel mese della prevenzione contro le 'bionde' la Regione Emilia-Romagna organizza tante iniziative per sensibilizzare i cittadini, in particolare le donne e i giovani. Dal bavaglino per i neonati alle borsine per la spesa fino al porta-cellulare o I-pod, tutti con la scritta "Grazie non fumo". In diversi ospedali (come al Bufalini di Cesena), per esempio, a tutte le mamme che partoriscono in maggio sara'  regalato il bavaglino.
Mentre il porta cellulare e il porta I-pod sara' donato agli studenti delle scuole, per i quali sono in
corso molte iniziative. E poi ci sono i Centri antifumo all'interno dei Sert, i Dipartimenti di sanita' pubblica degli ospedali o gestiti dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Se ne parla sul sito saluter.it dove la Regione ha pubblicato un lungo e dettagliato articolo sul fumo, nel quale non mancano i dati.
Si scopre cosi' che oltre il 90% dei fumatori smette di fumare senza alcun aiuto, perche' il fattore essenziale e' sempre la motivazione che si ha per smettere. E' anche vero che ogni anno circa il 37% dei fumatori cerca di smettere, ci prova una o due volte e non ci riesce. Si tratta, in questo caso, di forti fumatori che hanno sviluppato una forte dipendenza dalla nicotina, non ce la fanno da soli e avrebbero bisogno piu' di altri di accedere a un Centro antifumo. (Dire)
Nei Centri, dunque, si puo' trovare sia un aiuto farmacologico che il sostegno psicologico di un conduttore di gruppo specializzato e di altre dieci o dodici persone con le quali ci s'incontra per due o tre mesi e si fa un percorso comune, spiegano Mila Ferri, responsabile del Servizio salute mentale e dipendenze patologiche della Regione Emilia-Romagna, e Anna Maria Ferrari, medico specialista in igiene ed epidemiologia dell'Ausl di Reggio Emilia e coordinatrice del progetto regionale tabagismo.
Dopo l'entrata in vigore della legge che dal 10 gennaio 2005 ha esteso il divieto di fumare a tutti i locali aperti al pubblico e ai luoghi di lavoro sono aumentati gli accessi ai centri. E i dati che emergono dalle valutazioni effettuate a distanza di sei mesi e un anno sono in linea con quelli
nazionali: dopo un anno riesce a non ricominciare piu' a fumare dal 30 al 40% degli ex fumatori.
La Regione tiene poi particolarmente a contrastare la "pessima abitudine" di fumare a casa in presenza di bambini. Il fumo passivo nel corso dell'infanzia puo' provocare otite media, asma,
bronchite e polmonite. Attraverso lo studio Passi nazionale, comunque, si nota che oltre il 70% delle persone intervistate non fuma a casa. Anche se c'e' un 6-7% di case nelle quali si fuma dappertutto, con bambini esposti. Ecco perche' in Emilia-Romagna c'e' un progetto di collaborazione con i pediatri che tende a sensibilizzare i genitori sugli effetti negativi del fumo
passivo: i pediatri parlano con i genitori durante le visite periodiche, vanno a parlare nelle scuole e distribuiscono materiali informativi.