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Remissione spontanea delle dipendenze: il self-change

Remissione spontanea delle dipendenze: il self-change

REMISSIONE SPONTANEA E DIPENDENZE

In un articolo pubblicato su “Il manifesto” e disponibile online sul sito di Fuoriluogo, Harald Klingemann, sociologo dell’Università di Scienze Applicate di Berna, promuove un’interessante riflessione su un tema poco dibattuto all’interno dei servizi di contrasto alle dipendenze: il self-change.

Con self-change, traducibile “come cambiamento a partire da sé”, ma ancora meglio, nella sua accezione clinica, come “remissione spontanea“, Klingemann definisce “il processo attraverso cui una persona riesce a uscire da una condizione sfavorevole, non voluta, senza un aiuto professionale“.

Essenziale, ai fini di un esito positivo del processo, è la ridefinizione da parte del soggetto di sé, del comportamento patologico/deviante e l’attivazione di strategie quotidiane di cambiamento. Il self-change è diffuso soprattutto nei consumatori di tabacco, ma in realtà secondo il sociologo esso interessa tutte le sostanze psicoattive.

Tuttavia, la “visibilità” di queste pratiche è molto bassa, per la presenza di pregiudizi, radicati in parte anche nel personale specializzato nella cura contro le dipendenze, sull’incapacità dei tossicodipendenti di auto-determinarsi, ma anche per la rappresentazione dominante della dipendenza da sostanze come malattia, che implica necessariamente il ricorso a professionisti sanitari. 

Klingemann elenca una serie di cambiamenti auspicabili per aiutare le persone dipendenti al self-change: “La più importante è la non volontà degli operatori di negoziare gli obiettivi del cambiamento e il trattamento con gli utenti, proponendo l’astinenza come obiettivo unico. Eppure, sappiamo che ci sono molte strade che conducono alla addiction, e altrettante per uscirne.

(...omissis...)

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copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.cesda.net/?p=11070#more-11070

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)