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Roma: la movida costa 50 milioni di euro

Roma: la movida costa 50 milioni di euro

Residenti contro le notti senza regole
Gli abitanti del centro chiedono nuove ordinanze anti vetro e alcol. E rivelano quanto spende Ama per ripulire
ROMA - Quanto costano la movida delle notti romane? Troppo secondo chi vive nel centro della Capitale. Il Coordinamento dei

residenti città storica ha fatto i conti. Eccoli: per la pulizia delle vie e delle piazze del centro, di Trastevere, San

Lorenzo e Ponte Milvio, l'azienda municipalizzata per l'ambiente, Ama (quindi il Campidoglio), spende 50 milioni di euro

l'anno, compresi i costi della raccolta dei rifiuti abbandonati in strada dagli avventori, come le bottiglie di vetro.
Eppoi ci sono i costi in vite umane: secondo le statistiche più recenti, aumentano in maniera esponenziale gli incidenti

stradali a Roma: più 30%, con 190 morti ed oltre 24 mila feriti (dati 2009): «L'aspetto che impressiona - spiega Lorenzo

Santovincenzo, del Coordinamento residenti città storica - è che la maggior parte dei sinistri avviene nelle ore notturne, si

concentra nel territorio del centro storico (dove si trovano le zone della movida) ed è direttamente collegato al consumo di

alcol». E conclude: «La movida non è una risorsa economica, bensì un danno per la collettività».
DRAMMATICA CONTABILITA' - C'è una drammatica contabilità anche per gli incidenti: oltre ai costi in vite umane, per ogni

vittima della strada la collettività spende 1,4 milioni di euro; per ogni ferito fra i 26 mila e i 50 mila euro. Per questo -

pur sottolineando di volere una città «viva e ricca di fermento», soprattutto culturale - i residenti chiedono di nuovo

l'emissione di un'ordinanza che vieti il consumo di alcolici «magari a partire dalle 23 - afferma Santovincenzo -. E' chiaro

che c'è un costo per l'economia degli esercenti, ma c'è un vantaggio per l'economia intera».
DIVIETI DA RIPRISTINARE - Si torna all'attacco, dunque, contro la vendita di alcolici nelle ore notturne: «Le tre ordinanze

emesse dal Campidoglio - afferma Santovincenzo , - non sono sufficienti a regolare la movida. Va bene quella contro tavolino

selvaggio, ma le altre due, contro gli schiamazzi ed il pub crawl (ndr. la moda di girare da un locale all'altro bevendo

alcolici a poco prezzo), risulteranno del tutto inutili se non affiancate dalle ordinanze di limitazione alla vendita di

alcolici nelle ore notturne: provvedimenti indispensabili per prevenire i problemi di ordine pubblico e di degrado».
AGGREGAZIONE PERICOLOSA - Si dice «certa che non mancherà l'attenzione su questo tema dell'amministrazione e del Prefetto»

Viviana Piccirilli Di Capua, dell'Associazione abitanti centro storico. «Tutti chiediamo più attenzione su questo

sconsiderato modo di aggregare i giovani e di indurli a bere - rileva Piccirilli -: quindi deve essere responsabilità di

ognuno di noi e in particolare dell'amministrazione trovare modo di arrivare a notti con i ragazzi tenuti lontani

dall'alcol».
Sì ai divieti, dunque, anche per l'Associazione abitanti centro storico, «pure per chi vende alcol dopo una certa ora,

soprattutto ai minorenni o per far ballare i giovani». Ma poi «bisogna offrire forme di aggregazione culturale: si potrebbero

aprire i musei durante la notte - funziona, come dimostra il recente successo della mostra di Caravaggio - e offrire più

concerti nelle ville storiche».
VETRO E ZTL ALLE 21 - Intanto tutte le associazioni pensano alla proposta di ripristinare la Ztl fin dalle 21 nelle zone

della movida: «Ai giovani fa bene camminare - nota Piccirilli Di Capua - e alle famiglie fa bene passeggiare».
«Per noi sarebbe una "mazzata" - replica a nome dei gestori di locali e negozi Liborio Pepi, presidente della Fiepet

Confesercenti -. Usciamo da un inverno terribile, siamo ancora in piena crisi, un'ordinanza antivetro o antialcol come quella

che chiedono i residenti ci metterebbe definitivamente a terra. Perché non fare una semplice norma che vieta di consumare al

di fuori dei locali le bibite in bottiglia o le bevande alcoliche? Così ci sarebbe più controllo anche da parte nostra».
Contrario allo stop alle bottiglie, Pepi (che ha un locale a Campo dei Fiori) sottolinea come con le nuove macchine

tritura-vetro installate da circa un mese anche nella piazza di Giordano Bruno (oltre che a San Lorenzo e piazza Bologna) -

apparecchi che contengono fino a 350 bottiglie frantumate - «le cose vadano già molto meglio».
Lilli Garrone