338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

San Marcello (PT): qui la droga si chiama alcol

San Marcello (PT): qui la droga si chiama alcol

La montagna pistoiese fa binomio con l'alcolismo. I giovanissimi bevono energy drink, forse credendo di superare stati

d'ansia o leggere depressioni. Per problemi di alcoli giovani della montagna si rivolgono al Sert di Pistoia.
Un fenomeno che si differenzia dagli altri comuni della provincia, nelle cui realtà prevale il problema legato alle

tossicodipendenze. I giovani della montagna che si rivolgono alla dottoressa Cinzia Groppi, responsabile del servizio Sert,

per uscire dall'uso di droghe sono in decisa minoranza. «In questa realtà prevale la problematica legata all'alcol - spiega

Cinzia Groppi - Questo perché in montagna abbiamo riscontrato più difficoltà a far circolare le sostanze stupefacenti. Altri

dati indicano che è scarso l'uso della cocaina (risulta l'1% che ha chiesto aiuto al Sert) mentre prevalgono altre droghe tra

cui l'eroina. Questo fa capire che il Sert, collocato a Pistoia, non è in grado di avvicinare persone cocainomane, non che il

fenomeno non esiste».
La percentuale delle persone della montagna pistoiese che hanno chiesto assistenza al Sert è del 4%. L'altro 96% proviene

dagli altri comuni pistoiesi. La percentuale, quindi, non è alta ma l'esperienza degli addetti ai lavori insegna che potrebbe

salire notevolmente se vi fossero strutture specifiche locali. «Il numero delle persone che si sono rivolte a noi è aumentato

di tre punti percentuali in tre anni grazie anche alla campagna di prevenzione. Secondo noi potrebbe aumentare se solo

avessimo la possibilità di operare direttamente sul territorio. Abbiamo notato infatti che da quando è attivo il centro

alcologico di Bardalone che porta avanti il progetto "Slalom" (a cui collaborano forze dell'ordine, locali pubblici,

assessorato sovra comunale alle politiche sociali ed Acat locale ndr) molti giovani e meno giovani si sono avvicinati a

questo servizio. Questo progetto non ha lo scopo di risolvere i problemi di alcolismo, ma di dare l'opportunità ai giovani di

trascorrere il tempo in attività creative. Prima si sono avvicinati giovani tra 12-13 anni, poi i quindicenni e poi anche

alcuni genitori incuriositi. Poi - aggiunge Groppi - in questi ultimi due anni sono state anche molteplici l'iniziative sul

territorio per fare prevenzione all'alcolismo e devo dire con discreto successo. La difficoltà per noi è comunque l'essere

presente sul territorio per accorciare la distanza che divide la montagna dalla città. Se il dato come dicevo prima è del 4%

non è perché i fenomeni legati alle tossicodipendenze e all'alcolismo sono così basse, ma perché la maggior parte non chiede

il nostro aiuto per non scendere a Pistoia. E' il caso di dire che il servizio deve andare incontro al paziente e non

viceversa. In questi ultimi tempi si sono fatti molti passi avanti ma non ancora abbastanza».
Un altro dato interessate presentato dalla responsabile del Sert è l'aver sottolineato che «il 73% di chi si è rivolto a noi

provenendo dalla montagna è autoctono: non solo risiede nella zona, ma vi è quasi sempre nato. Solo l'1% sono

extracomunitari, il resto ha origini in altre zone italiane».
Qualche giovanissimo si rifugia anche negli energy drink. «A me piace chiamarla discultura e cioè il pensiero, diffuso tra i

giovanissimi anche di 12 anni, che questi energy drink, spesso ricchi di caffeina in quantità maggiore rispetto ai caffè,

possa essere un aiuto per far fronte a stati d'ansia o rimanere svegli per fare più tardi al pub. E' una cultura falsa -

conclude Cinzia Groppi - che sta diffondendosi come se fosse la soluzione a certi problemi. Da sottolineare, però, che questi

comportamenti non si possono considerare livelli inferiori per l'uso futuro di sostanze come droghe o alcol. E' un fenomeno a

se stante».