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Siena: alcool, gottino contro cocktail

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Il simpatico articolo pubblicato sul giornalino "Le Fonti di Follonica" del Leocorno. Il problema dal punto di vista dei contradaioli trentenni.
SIENA - Fausto Jannaccone e Matteo Cannoni hanno trattato sul giornalino del Leocorno "Le Fonti di Follonica" il problema dell'alcool nelle contrade. Ecco quindi le riflessioni di chi la contrada la vive quotidianamente. "Ora il problema dei giovani e l'alcool è diventato argomento di quotidiana discussione a livello nazionale, in questi giorni di irrigidimento delle regole innanzitutto nell'ambito delle campagne per la sicurezza stradale. In più non passa settimana che non si legga sui giornali delle purtroppo ormai celeberrime "stragi del sabato sera". Ogni domenica mattina i telegiornali nazionali stilano bollettini di guerra, statistiche, geografia e storia di queste tragedie, appunto per lo più con protagonisti i giovani, spesso giovanissimi. In tutta Italia lo scenario che fa da sfondo a questi avvenimenti è quello delle grandi discoteche dove si riversano i giovani nel weekend; a Siena l'attenzione si sposta sulle contrade, da sempre specchio a livello locale dei fenomeni che interessano la società. Allora abbiamo assistito a "probizionismi" dei superalcoolici, restrizioni negli orari delle feste, attacchi sui giornali al "sistema-contrade", e chi ne ha più ne metta. Secondo il nostro modesto punto di vista non sono certo le società di contrada da additare come colpevoli di questo fenomeno, non è lo "stile di vita" senese la causa. Se volessimo per assurdo fare l'esperimento di chiudere tutte le società di contrada ci renderemmo limpidamente conto che le "vie per la perdizione" sono ben altre, e di alternative per potersi presentare alle auto "cotti a puntino" i giovani ne troverebbero quante parga e piaccia a loro. Alla base di tutto noi ci leggiamo la globalizzazione, nel senso dell'arcinota tendenza italiana ad importare costumi altrui preferibilmente se sbagliati e peggiori dei propri; il famigerato "modello americano". E quindi abbiamo sostituito la socialmente fondante, a Siena, "scaldata" in compagnia, quel momento di spensieratezza ed aggregazione caratteristico di un retaggio culturale della città del Palio, dei territori circostanti e della Toscana tutta con la sbornia all'americana. Sono diversi gli orari, sono diverse le modalità, e soprattutto sono diametralmente opposti gli obbiettivi. Abbiamo fatto nostro quello del "distruggersi", dello "sballarsi", perdere ogni tipo di cognizione e raziocinio. Innanzitutto quanto si sia perso nel cambio di usanze fatto lo si legge negli "strumenti". Non sono più due bicchieri di rosso, due gotti di vino bianco, un gocciolino di vin santo. Ora abbiamo i mojito, i cubalibre, gli skrewdriver, per non parlare di sex on the beach, vodka rebull, o invisibile. Non fraintendiamo, noi non siamo membri dell'inquisizione spagnola cinquecentesca, questi "troiai" li beviamo anche noi, non stiamo operando una condanna dall'alto di un pulpito, non stiamo componendo un " de malo bibendi". Però quando hanno chiesto a noi, noi stessi giovani di contrada alle prese con il problema dell'alcool, una riflessione su questo tema, siamo giunti a conclusioni che in realtà già sapevamo, come pensiamo tutti sappiano; ma alla fine il problema è che alla gente va bene così, altrimenti non saremmo arrivati alla situazione odierna, magari ci saremmo opposti a chi ci invitava a seguire l'altrui esempio, che fossero film, giornali, televisione, o la moda. Sinceramente pensiamo che la nostra, la generazione dei venticinque-trentenni, sia l'ultima a sentirsi orfana della "vecchia maniera" e purtroppo in pochi, parecchio pochi, concedeteci questa licenza. In qualche posto come Trombicche, il Grattacielo si riesce ancora a vedere il vecchio accanto al giovane con un gottino di vino in mano, l'ocaiolo dividersi con il torraiolo un quartino di rosso per buttare giù un panino al prosciutto, davanti ad un bicchiere di rosso scambiarsi opinioni sul Siena, sul sindaco, su quella città che è passata, litigare per la mossa di luglio, o per la scelta dei cavalli d'agosto. E se vogliamo esagerare il paradosso è che se vieni visto il pomeriggio dare un gotto di vino vieni additato come "briaco" dai tanti ben pensanti che popolano questa città, i cui figli in nome della moda magari la sera si mettono alla guida con un bel pieno di gin lemon e cahipiroska. Ma è questo che bisogna fare, è questo il giusto modo di stare nella nostra moderna società civile".