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Sono in crisi, dunque gioco. Per l'azzardo è boom

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La "Dea Bendata" strega i poveri. Il "Grande abbaglio", la vincita della vita, fa spendere in Italia, ogni anno, montagne di denaro. Procura "dipendenza" a molti. Rovina vite e famiglie, soprattutto tra i ceti medio-bassi. Ma alimenta un'industria che cresce senza sosta

affaritaliani.it 12 novembre 2009

In via Santa Maria Segreta, a due passi da piazza Affari, cuore finanziario di Milano, la Ricevitoria numero 1 non conosce crisi. Anche quando nei mesi scorsi la Borsa è andata giù, l'andirivieni, in questo bugigattolo, non si è mai arrestato. E pure ora, nonostante la recessione, gli affari vanno a gonfie vele. Dietro ai banchi in legno scuro vecchio stile, gremiti di gente, tra i cartelli colorati che promettono vincite milionarie, ne è appeso uno bianco con la scritta in stampatello nera: "Cercasi consulente informatico, massimo 25 anni, assunzione a tempo indeterminato". Piccolo ma significativo segnale in controtendenza, in tempi di crescita zero per l'economica. E di drastica flessione dell'occupazione.
A dispetto dell'ingresso anonimo e degli spazi angusti, la Ricevitoria numero 1 di Milano è un luogo importante: è il banco del lotto più antico d'Italia (120 anni di storia), il più rilevante per giocate, incassi e vincite. Sette sportelli, 14 impiegati in servizio: il personale, organizzato in due turni, assiste dalle 8 alle 19.30 ben 60 mila giocatori a settimana, con giocate che possono arrivare al mezzo miliardo di vecchie lire. Da 24 anni la titolare di questo piccolo santuario è Alba Anna Cabona, per tutti semplicemente donna Alba. La "signora della Fortuna" - perline tra i capelli, occhi disegnati con la matita, alla maniera delle dive anni Cinquanta - conosce bene il suo mestiere. Discende da una famiglia che da cinque generazioni vive sui sogni elargiti dalla Dea Bendata. E a riprova della sua illustre discendenza, conserva in un cassetto, come fosse una reliquia, il primo biglietto vincente della ricevitoria del nonno. Località: Lodi. Data: anno 1861.
Un locale sempre pieno
Lotto, Enalotto. Supernalotto, adesso pure il Win for life. Dita che battono sui tasti delle slot machine, che sfregano le monetine sulle schedine dei gratta e vinci. Il locale è pieno come un uovo, non c'è posto per muoversi. "La clientela è molto variegata - assicura Donna Alba -, anche se da me, per la posizione, viene una fascia sociale medio-alta: impiegati, giornalisti, anche il broker di borsa. Qualcuno gioca solo qualche euro alla volta, ma c'è anche chi, puntando solo su una combinazione, si gioca fino a 700 euro". E la crisi? "La crisi? Noi non la sentiamo. Anzi più l'economia va male, più la gente tenta la sorte: è sempre stato così".
Dieci Finanziarie
Donna Alba ha perfettamente ragione. Tra gli esercizi commerciali, gli unici a non risentire dal calo dei consumi, in tempi di crisi, paiono proprio le ricevitorie del lotto e dell' enalotto, le sale bingo, più in generale le attività connesse con le lotterie e il gioco di azzardo. Secondo una ricerca della Camera di Commercio di Milano, le imprese italiane attive nel settore delle scommesse e gioco d'azzardo sono cresciute del 15% rispetto all'anno scorso, arrivando a quota 2.600. E a trascinare la volata non sono le aree economicamente più floride del paese. Tutt'altro. L'incremento maggiore è avvenuto nelle regioni del sud (le aziende sono aumentate del 50% in Molise, del 24% in Basilicata, del 24% in Sicilia). A guidare la classifica per il maggior numero di attività è la Campania, segue il Lazio, dopo viene la Lombardia (ma le imprese lombarde sono la metà di quelle partenopee).