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Spot antidroga, Giovanardi sceglie Trieste

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Arrivare là dove l'etilometro non può arrivare, per togliere le mani dal volante a chi, nonostante non abbia alzato il gomito, non ci sta comunque con la testa perché al posto del bicchiere ha "preso" qualcos'altro, e peraltro illegale. Con il 2010 fa il suo ingresso a Trieste uno dei nuovi "comandamenti" ispirati dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, il nemico dichiarato numero uno di ogni stupefacente, pesante o leggero che sia, nominato da Berlusconi nel 2008 capo del Dipartimento delle politiche antidroga. La giunta Dipiazza, infatti, ha risposto "presente" all'invito che Giovanardi ha rivolto alle amministrazioni locali per aderire al protocollo denominato "Drugs on street", un progetto nazionale coordinato dallo stesso Dipartimento antidroga che mira alla prevenzione delle cosiddette stragi del sabato sera e agli incidenti in genere aggiungendo al monitoraggio sull'abuso di alcol quello sull'uso di sostanze stupefacenti. L'adesione al progetto è stata sancita in una delle ultime sedute della giunta Dipiazza, con l'approvazione di un'apposita delibera alla quale sono stati allegati il protocollo e i relativi documenti inviati da Roma sui dettagli e i principi del progetto stesso, nonché sulle regole cui l'amministrazione cittadina dovrà attenersi per far funzionare l'iniziativa, come ad esempio la compilazione puntuale di report, mensile per quelli più analitici e semestrale per quelli di sintesi, da rispedire al mittente, cioè al Dipartimento di Giovanardi. Il protocollo - si legge inoltre nella documentazione esaminata dalla giunta alla fine di dicembre - contempla il concomitante accordo con la Prefettura quale anello di congiunzione tra Governo e territorio nonché tra forze di polizia in carico all'ente municipale, i vigili urbani, e quelle che rispondono direttamente allo Stato, in testa polizia e carabinieri. Quello di Trieste entra così assieme ad altri 28 comuni in un «network nazionale per la prevenzione degli incidenti droga e alcolcorrelati. E non lo fa solo per la gloria. Per l'utilizzo di risorse proprie, come pattuglie dedicate della polizia municipale, iniziative di formazione e l'eventuale ricorso ad attrezzature apposite, l'amministrazione Dipiazza si vede in effetti riconoscere dallo Stato 21.154 euro. Il trasferimento dedicato più ricco invece spetta a Milano, con 60mila euro, quello più magro a Rieti con 18.100. In tutto la Presidenza del Consiglio, per il "Drugs on street", spenderà a conti fatti 800mila euro. Siamo quindi, sulle strade triestine, alla vigilia di test antidroga come evoluzione dell'etilometro? «L'applicazione su scala locale del protocollo nazionale sarà sviluppata a breve - puntualizza il comandante della polizia municipale Sergio Abbate - ma quel che si puo già anticipare è che si tratta di un progetto teso in tutto e per tutto alla formazione, alla presa di coscienza e alla prevenzione dell'abuso di alcol e all'uso di droghe tra le fasce più giovani della popolazione, al quale l'assessore alla vigilanza Enrico Sbriglia tiene molto».