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Tanti papà dipendenti dalla cocaina

Tanti papà dipendenti dalla cocaina

«Tanti papà dipendenti dalla cocaina»

La direttrice del Serd, Ferrucci: «Consumo diffuso in città e purtroppo anche in chi ha delle professioni molto delicate»

di Gianpaolo Tessari

TRENTO. Un identikit che sorprende. E preoccupa. I consumatori di coca trentini non sono necessariamente giovani. Tra di loro ci sono diversi padri di famiglia e, fatto che maggiormente fa pensare, non ne sono esenti nemmeno persone che svolgono lavori a rischio, compresi i guidatori di mezzi: «La cocaina? Nessuno ammette di esserne consumatore finchè non ci ci viene segnalato, magari da controlli obbligatori previsti in determinate professioni, perché sorpreso a consumare qualche altra sostanza, cannabis, il più delle volte. E dal colloquio esce fuori anche una dipendenza da coca. Magari più subdola, perché non avvertibile all'inizio in modo diretto, ma molto pericolosa» avverte Roberta Ferrucci, psichiatra e direttrice del Serd, servizio dipendenze patologiche. In questo colloquio (all'indomani della retata che ha decapitato un'organizzazione molto attiva in Valsugana proprio nello spaccio di cocaina) emerge la fotografia di un consumo, anzi di un trend sociale nuovo. Ed inquietante.

Dottoressa Ferrucci come è cambiato il microcosmo del consumatore di cocaina?

«La cocaina sicuramente è molto diffusa. E questo lo vediamo ogni giorno: non tanto attraverso le domande di trattamento qui da noi, al Servizio. Perché chi fa uso di cocaina raramente riconosce di avere un problema. Non ritiene di dover essere considerato come un “classico” tossicodipendente. Lo ammette chi finisce in carcere. In quel caso il consumo viene fatto notare e si richiede aiuto per poter essere ammessi ai benefici della legge. E questo può essere considerato un caso di abuso della sostanza, con situazioni di dipendenza. In questa casistica rientrano persone che stiamo aiutando per l'utilizzo di eroina a cui si sovrappone anche l'utilizzo di cocaina. Poi ci sono tipologie diverse».

A quali si riferisce?

«Sono degli utilizzatori più occasionali che, magari tramite gli esami previsti per legge in alcune professioni,(conducenti di veicoli pubblici, manovratori di muletti, persone che maneggiano esplosivi, ecc) vengono trovati positivi all'utilizzo dei cannabinoidi. Quando vengono mandati al Servizio, per un'indagine più accurata, non è raro venga ammesso anche un consumo di cocaina. Anzi, è molto frequente. E questo accade anche nei ragazzi che ci vengono segnalati dal Commissariato del Governo: magari vengono trovati in possesso di moderate quantità di cannabinoidi ma poi, spesso, facendo i test, è frequente scoprire che consumano anche cocaina».

Quindi è definitivamente tramontato il mito della coca sostanza per ricchi...

«Sì, non sono a conoscenza dei prezzi di mercato ma di sicuro, vista la sua diffusione, non deve costare molto. Ma il grave è che non ci si rende conto di quanto questa sostanza sia pericolosa, anche per un uso occasionale. I suoi effetti sulla tenuta del cuore sono terribili e questo spiega anche l'accadimento di infarti in persone giovani. E la coca dona un'assuefazione veloce. Si parla di una dipendenza inversa, con una sensibilizzazione dei recettori. Si ha cioè una fase in cui con una dose bassa si hanno effetti molto evidenti, con una perdita del controllo della facoltà di giudizio, aggressività, ecc.».

La droga, il suo consumo, dunque non come fenomeno limitato ad alcune categorie ma trasversale...

«Infatti. Purtroppo l'utilizzo di queste sostanze è stato, per così dire, sdoganato dai gruppi di coetanei. I ragazzi, lo ha messo bene in luce una ricerca del professor Rutigliano per la facoltà di Sociologia, subiscono molto l'influenza dei gruppi. I ragazzi segnalati che vengono dai noi ci consentono di fare una buona azione di prevenzione secondaria: è prezioso che vengano segnalati per modica quantità dalle forze dell'ordine».

Che vi dicono?

«Ci dicono spesso “Ho avuto sfortuna che quella sera mi hanno preso i carabinieri ….”. E noi ribattiamo: “Guarda che hai avuto fortuna....”. Quasi tutti ci dicono la frase “Io smetto quando voglio...” . Ma quando si dice di passare dalle parole ai fatti, dimostrano di non riuscirci. Non tanto e non solo per problemi psichici o per dipendenza dalla sostanza».

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2017/03/16/news/tanti-papa-dipendenti-dalla-cocaina-1.15040081

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)