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Tradate (VA), lotta alle sale giochi: i proprietari ricorrono al Tar

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Tradate, sono trascorsi due mesi dall'ordinanza che limita l'uso di videopoker e slot machine in città. E c'è chi si è già rivolto al Tribunale amministrativo regionale.
TRADATE - Casus belli o meglio: motivo di ricorso al Tar. E' stata questa la risoluzione presa dai gestori di un locale tradatese contro le disposizioni dell'ordinanza "anti-slot" emessa dall'amministrazione comunale di Tradate lo scorso mese di dicembre.
L'ordinanza di fatto ha dato un vero e proprio giro di vite alle regole da adottare nelle sale giochi cittadine, e comunque in tutti quei luoghi - bar, ristoranti e altri posti di ritrovo - dove siano collocati videopoker e altri dispositivi elettronici con vincite "a pagamento" colpevoli di creare dipendenza. Tra le altre norme, il numero limitato di dispositivi da installare, che non devone essere superiori a 40, il divieto di prossimità a scuole e ospedali, l'obbligo di affissione di cartelli che avvertano dei pericoli del gioco d'azzardo, la limitazione degli orari di apertura delle slot, con chiusura obbligatoria entro le ore 23. L'ordinanza non ha fatto altro che mettere nero su bianco il messaggio che il Comune di Tradate aveva già lanciato più volte, anche col rafforzamento dei controlli della Polizia locale.
A farne le prime spese sono stati i proprietari della sala giochi del nuovo centro commerciale "La Fornace" sulla strada stale 233 "Varesina", l'unico locale probabilmente così attrezzato e dedicato al gioco presente in Tradate: già a pochi giorni dalla pubblicazione dell'ordinanza, i vigili tradatesi avevano infatti effettuato un sopralluogo e rilevato alcune irregolarità, multando il locale per un totale di 400 euro. Una decisione, questa, che ottemperava alle disposizioni dell'amministrazione comunale, ma che aveva provocato anche la reazione stupita dei gestori del locale, tra l'altro di recente apertura.
Multa da pagare a parte, la sala giochi della "Fornace" ha dovuto ridurre di più della metà il numero dei dispositivi (scendendo da 90 a 40), modificare i propri orari dalle ore 13 alle 23 e apportare censure e sostituzioni anche ai cartelli e alle insegne luminose che richiamavano al gioco d'azzardo. Tanto è bastato, insomma, per fare ricorso al Tribunale amministrativo della Regione Lombardia: la notifica del ricorso è giunta in municipio proprio in questi giorni. Quello che  proprietari della sala giochi richiedono è sostanzialmente la sospensiva dell'ordinanza. Inoltre nel ricorso si contesta la limitazione del numero massimo di slot e videopoker, la disposizione riguardante le insegne e anche la drastica riduzione degli orari. Il Comune di Tradate da parte sua si è dichiarato convinto del valore dell'ordinanza e della sua importanza nel combattere la dipendenza dal gioco d'azzardo, vera e propria piaga sociale.
Alessandra Latini