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Trentino: abuso di alcol, un uomo su tre è a rischio

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Vino, birra, superalcolici. La maggior parte dei trentini ammette di consumare bevande alcoliche. Chi occasionalmente (il 69,9% dichiara di cedere al brindisi almeno una volta all'anno) e chi con cadenza giornaliera (25,8%). Ma per quasi un uomo su tre la bottiglia rappresenta una pericolosa insidia: il 31,4% ha infatti un comportamento di assunzione delle bevande alcoliche ritenuto rischioso. E cambiano, in regione come nel resto del Paese, le occasioni di brindare: sempre più fuori dai pasti. Ne sanno qualcosa trentine e altoatesine: con un picco del 49,1% di bevute fuori dai pasti detengono il primato nazionale. A dirlo sono i dati diffusi dall'Istat, l'Istituto nazionale di statistica, sull'uso e abuso di alcol nel 2009.
Abitudini di consumo. Nella ricerca si evidenzia che «da abitudini di tipo tradizionale, basate sulla consuetudine di bere vino durante i pasti con frequenza più che altro giornaliera, quote sempre maggiori di popolazione sono passate a bere alcolici al di fuori dei pasti con frequenza prevalentemente occasionale». Così avviene anche in Trentino, dove «solo» il 37% degli uomini e il 15,2% delle donne dichiara di assumere alcolici ogni giorno.
Meno vino, più superalcolici. Ma il cambiamento delle abitudini riguarda anche il tipo di bevanda. Se da un lato calano i consumi di vino e birra (che tuttavia rappresentano la fetta maggiore dei consumi), cresce l'appeal di aperitivi, amari e superalcolici, in particolare per le fasce più giovani di popolazione. In Trentino tra chi dichiara di assumere alcolici il consumo di vino è pari al 52,1% (con un 3,4 che ne assume oltre mezzo litro al giorno), mentre la birra occupa il 48,1% (il 5,4% dichiara di consumarne a cadenza giornaliera). Per quanto riguarda le altre bevande, il 31,6% si concede l'aperitivo alcolico (ma il 59,4% lo fa in via eccezionale). Non si lesinano nemmeno gli amari (24,7%), anche se la maggior parte ne assume in via eccezionale (67,2%) e liquori (28,5%), ma non in modo abitudinario (66,7%).
Sbronze sonore. A dare il termometro del rischio connesso all'assunzione di bevande alcoliche, oltre al consumo giornaliero non moderato (oltre 2-3 bicchieri per l'uomo e 1-2 per le donne), sono anche i cosiddetti binge drinking, ovvero episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni, con un'assunzione che deve superare i 6 bicchieri. Ebbene, secondo l'analisi dell'Istat vi è una «concentrazione del fenomeno soprattutto in Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Sardegna, Molise, Veneto e Friuli Venezia Giulia». Il dato provinciale è del 12,5%, quasi il doppio di quello nazionale (7,6%).