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Udine: apre il Centro per baby-dipendenti

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UDINE. Tossicodipendenti, schiavi dell'alcol con comportamenti aggressivi e antisociali. Un vero e proprio allarme riguarda i minorenni che riscontrano queste gravi problematiche già a partire dai 12 anni. Proprio per rispondere alle crescenti richieste di aiuto, il Centro solidarietà giovani Giovanni Micesio, che dal 1973 è impegnato nell'aiuto di persone affette da tossicodipendenze, inaugurerà sabato 27 febbraio la Comunità educativo-terapeutica per minorenni "Villa Pierina", in via Zuglio. Dopo alcuni anni di gestazione, nasce così un centro per rispondere a una esigenza che con il trascorrere del tempo è diventata sempre più pressante. La nuova struttura accoglierà dieci minorenni italiani del territorio regionale dai 12 ai 18 anni, segnalati dai dipartimenti sanitari per le tossicodipendenze, dai servizi neuropsichiatrici, dalle questure e dai tribunali dei minorenni. Spesso, infatti, i problemi per questi adolescenti si aggravano perché commettono reati penali, oppure perché l'ambiente della loro famiglia di origine non viene più considerato un contesto adatto alla loro crescita e di conseguenza vengono adottate misure restrittive alla potestà genitoriale. Una serie di situazioni disperate in cui si trovano circa 300 minori l'anno in tutto il territorio. E il 25% dei casi deve lasciare la regione perché non esistono centri di accoglienza adatti. Ma ora, grazie alla nascita di Villa Pierina, per loro c'è una preziosa ancora di salvezza in più. «Nella nostra regione - ha spiegato ieri nella sede del Centro solidarietà giovani, in viale Ledra, la psicologa della nuova struttura, Serena Casonato - c'è un grande bisogno di queste realtà, anche perché il numero di casi non diminuisce affatto. Anzi, dopo un attento monitoraggio effettuato grazie alle questure e ai servizi sociali, abbiamo constatato che serviva proprio una comunità di questo tipo». La struttura operativa, che sarà attiva dal primo marzo e sta già valutando numerose richieste di aiuto, offrirà un percorso di recupero che si articolerà in due anni con possibili proroghe, in base alle situazioni. I ragazzi frequenteranno anche le scuole e saranno avviati verso un percorso professionale. Inoltre, quando sarà possibile, la famiglia sarà coinvolta nella riabilitazione del ragazzo, perché è importante che l'adolescente non venga sradicato dal suo contesto abituale. «I casi che seguiremo saranno molto diversi - ha spiegato il presidente del Centro, don Davide Larice -, ma il nostro preciso scopo è quello di aiutare i minorenni italiani. Non intendiamo assolutamente sostituirci ad altre strutture già operative. Seguiremo casi di adolescenti tossicodipendenti che hanno già commesso reati, oppure con gravi disturbi comportamentali. Inoltre, ci sono anche i minori che provengono da contesti familiari difficili». Nella comunità lavoreranno, oltre alla psicologa, altri quattro educatori professionali. Tutti insieme lotteranno per il bene di tanti adolescenti disperati. Renato Schinko